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Sestino, un Comune con il Covid: il pensiero di Giancarlo Renzi

"Emerge anche un numero elevato di No-Vax nel territorio sestinate"

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Appare poco comprensibile lo sciame di contagiati dal COVID a Sestino: o almeno sembrava che l’isolamento, la rarefazione della popolazione nel territorio, un ambiente che non soffre dei mega-inquinamenti della Pianura Padana, lo mettesse in una situazione di particolare sicurezza. E ciò nonostante che la scienza avvertisse che, varianti e originali, fossero in grado di giungere ovunque. E che i comportamenti facessero parte del vivere in sicurezza.

I dati conosciuti - quelli appunto conosciuti - rapportati alla popolazione residente danno una situazione tra le più critiche a livello provinciale: molti i sestinati non vaccinati, molti i sestinati contagiati. Con qualche decesso nel lungo periodo. Ma l’exploit c’è stato - con molti giovani - dopo le feste di fine anno-Befana. E il fatto ci ha lasciati stupiti. E ora il virus è entrato anche nella Residenza Anziani “G.Bertozzi”.

Ma emerge qualcosa che non ti saresti aspettato: Sestino ha un numero elevato di No-Vax, donne e uomini. Sembra più donne che uomini. E c’è anche una organizzazione “partitica” No-Vax piuttosto attiva. È apparsa e passata sotto silenzio la manifestazione No-Vax con una persona grossolanamente incatenata presso il teatro “Cavallini” il 29 novembre quando dentro si discuteva, per iniziativa della ASL, il problema del medico di famiglia, a seguito dell’andata in pensione del dottor Enrico Gnoni. Lì fu detto anche, oltre alle difficoltà effettive, che se fosse stato trovato un dottore, sarebbe stato nominato. Il dottore non era stato trovato e quindi due giorni dopo fu nominato fortunatamente il dottor Enrico Brilli, già operante nel Comune di Badia Tedalda, ad appoggiare il lavoro del quale è stata poi nominata una infermiera.

Ma qualcuno prese la parola sul serio. Fabrizio Mariotti, un sestinate di campagna, si precipitò su internet e in pochi giorni ebbe risposte interessate da più medici. Uno, poi, volle vedere proprio Sestino. Era ormai tardi. Ma ciò dimostra che occorre sempre - soprattutto oggi che gli strumenti ci sono - uscire dagli schemi tradizionali della burocrazia.

È quanto si evince anche dagli interventi del consigliere regionale Vincenzo Ceccarelli, che negli ultimi giorni si è adoperato per varie problematiche. E ha citato proprio la Valtiberina e Sestino dove “si sono registrate difficoltà”. Tra le iniziative da assumere “valutare l’assegnazione di incentivi mirati - continua Ceccarelli - ai medici che vanno a fare servizio nelle aree interne e montane”.

Poiché i medici di base - come i pediatri - non sono dipendenti delle aziende sanitarie, c’è un ruolo da mantenere attivo da parte di tutti gli enti territoriali: è il progetto “Aree interne”, che può essere utilizzato non solo per il turismo. E che vide Sestino il più attivo per la sua realizzazione nel 2016.

Non pare che questo emerga da una intervista all’assessore al turismo sestinate, Santi, pubblicata di recente. Capire qualcosa in materia da quella esposizione e confrontarla con gli altri amministratori della Valtiberina è come capire il “credo missionario” dei No-Vax, per i quali spesso non è importante la ricerca del vaccino ma come contagiarsi: tale intervista mette in ombra anche le dinamiche in materia del sindaco Franco Dori. Forse all’assessore è bastato creare un gruppo di giovani per salire in Comune e creare una emblematica associazione.

Il Covid, forse, è un “poliedrico” protagonista negativo anche per le idee.

(Giancarlo Renzi)

Redazione
© Riproduzione riservata
27/01/2022 18:37:28


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1 commento alla notizia

Corv7
ha commentato il
30/01/2022 13:36:02

Ho con grande amarezza e stupore l'articolo, cercherò di chiarire alcuni concetti in quanto l'articolo mi chiama in causa. Io Elia Santi in primis non sono assessore, ma umile consigliere. La sanità non rientra nel mio ambito di competenza in quanto sono delegato al turismo, allo sport ed alle associazioni. Per quanto riguarda quest'ultime le rammento che il coinvolgimento di un gruppo di giovani in una "emblematica associazione" è conseguenza del mio impegno pubblico e non è stato lo strumento per "salire in comune". Bensì lo strumento amministrativo e fiscale tramite il quale è stato possibile (e speriamo lo sarà) realizzare progetti regionali, tra le altre cose promossi da lei in persona. Un'associazione di promozione sociale (APS) sarebbe all'occorrenza un buon mezzo per ottenere fondi regionali e nazionali, anche in seguito alla recente regolarizzazione del terzo settore. Questa non ha lo scopo di salvare quotidianamente il mondo e non ha possibilità di operare durante una pandemia. In merito alla scarsa chiarezza del mio articolo vi porgo cortesemente l'invito ad una lenta e riflessiva rilettura del vostro, nel tentativo di trovare il nesso logico che collega l'attuale condizione sanitaria locale ad un articolo di carattere turistico, e di come questo abbia potuto "mettere in ombra le dinamiche in materia del sindaco Franco Dori". Penso che non sia stato un contributo divulgativo degno della sua mole culturale, l'accostamento ad una ideologia antivaccinatoria è davvero di pessimo gusto, insensato e provocatorio. Da riporre sullo stesso piano di chi paragona l'attualità a quello che fu un regime dittatoriale, tanto per cantà. Per quanto riguarda le Aree interne è sempre aperta la discussione, essa avviene nelle sedi opportune sempre accessibili e disponibili ad un confronto con il cittadino. Del resto nulla è stato nascosto alla popolazione, gli amministratori hanno la stessa necessità del cittadino di avere accesso ad un servizio medico funzionale e stanno facendo il possibile per risolvere un problema che ricordiamo essere di carattere regionale/nazionale. Sul fatto che "il Covid è un “poliedrico” protagonista negativo anche per le idee" evidentemente concordo con lei.
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