Eitan tornerà in Italia con la zia, respinto il ricorso di Peleg
Scarcerato il paramilitare arrestato con l'accusa di aver aiutato il nonno a rapirlo
Eitan Biran tornerà in Italia con la zia paterna Aya Biran entro due settimane: lo ha deciso la Corte suprema israeliana respingendo l’ultimo appello presentato dal nonno materno del bimbo, Shmuel Peleg. Soddisfatti i legali della zia: «E’ una sentenza legalmente, moralmente e umanamente corretta». Gelido, il commento del nonno: «Lo Stato d’Israele ha rinunciato a un bimbo ebreo indifeso e un cittadino israeliano senza che la sua voce venisse ascoltata, lasciandolo in terra straniera, lontano dalle sue radici, dalla sua amata famiglia e dal posto dove sono sepolti i suoi genitori e il fratello». Intanto, in mattinata è stato scarcerato, con obbligo di firma dai giudici ciprioti, Gabriel Alon Abutbul - il soldato di un'agenzia di contractor che avrebbe aiutato il nonno di Eitan a rapire il nipote di 6 anni unico sopravvissuto alla tragedia della funivia del Mottarone del 23 maggio scorso. Gabriel Alon Abutbul era stato arrestato lo scorso 25 novembre su mandato d'arresto internazionale. Prossima udienza il 2 dicembre: la procedura sull'eventuale estradizione deve concludersi, a quanto si è saputo, in 60 giorni prorogabili di altri 30.
Resta, invece, sospesa la richiesta di estradizione per Shmuel Peleg, il nonno materno di Eitan, su cui pende ancora un mandato di cattura internazionale per il sequestro del nipote portato a Tel Aviv l'11 settembre: la richiesta è stata inoltrata dalle autorità italiane a quelle israeliane, come riferito dal procuratore aggiunto di Pavia Mario Venditti.
Il bimbo sopravvissuto alla tragedia nella quale ha perso padre, madre, fratello e bisnonni, è conteso dai due rami familiari. Ma anche la Corte Suprema israeliana, dopo due provvedimenti favorevoli alla zia paterna e tutrice legale Aya Biran, ha ribadito che il piccolo deve tornare in Italia. La Procura pavese, invece, attende l'esito delle procedure sui mandati d’arresto nei confronti dei due indagati. Poi, potrà chiudere l'inchiesta per sequestro di persona aggravato, sottrazione e trattenimento all'estero di minore e appropriazione del passaporto del bambino, reati contestati in concorso anche alla nonna materna Esther Cohen, e procedere con la richiesta di processo.
Per ora è stato eseguito solo il mandato a carico di Abutbul, il 50enne che era alla guida della macchina, noleggiata da Peleg, che portò il bimbo da Pavia, dove il nonno era andato a prenderlo a casa della zia per una delle visite autorizzate, fino a Lugano. Per il gip pavese Pasquale Villani, che ha firmato l'ordinanza (confermata dal Riesame per Peleg) di custodia in carcere nell'inchiesta della Squadra mobile, è «pressoché certa» anche la presenza dell'uomo sull'aereo privato che poi ha portato «l'ignaro Eitan» e il nonno fino in Israele. Come «il suo allontanamento, a bordo dello stesso velivolo, alla volta di Cipro», dove Abutbul, cittadino israeliano, risiede. È stato individuato in un albergo a Limassol seguendo le tracce del suo cellulare, dopo che aveva fatto di nuovo ritorno a Cipro il 30 ottobre.
Per quanto riguarda la posizione di Peleg, come riferito in mattinata dal procuratore, alle autorità israeliane «è arrivata» la richiesta di estradizione da parte dell'Italia, dopo che la Procura generale di Milano ha trasmesso l'istanza e gli atti dell'ordinanza al ministero della Giustizia. Si tratta, però, di un mandato di arresto internazionale, non europeo, e da fonti giudiziarie si era già saputo che appare improbabile che venga eseguito l'arresto con conseguente via libera all'estradizione. Interlocuzioni, invece, sarebbero in corso sulla possibilità di processare il 58enne nel proprio Paese.
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