Sansepolcro: i donatori di sangue ci sono, ma occorrono più giovani
Silvia Nofri (Avis): "Il nostro gruppo è in crescita"
Numeri quasi da record, ma anche un piccolo “tallone d’Achille” all’orizzonte per l’Avis di Sansepolcro: l’elevata presenza di iscritti vicini all’età “pensionabile” per ciò che riguarda le donazioni di sangue. La sezione biturgense della nota associazione, costituitasi una trentina di anni fa a seguito del distacco con la Croce Rossa, conta qualcosa come 1386 donatori che, se rapportati alla popolazione del Comune, costituiscono un rimarchevole 8,7%, anche se è bene ricordare che non tutti gli aderenti sono di Sansepolcro. Rimangono però confermate in pieno la tradizione e la vocazione verso la donazione del sangue, che fanno di Sansepolcro una fra le città con la densità in assoluto più alta di volontari a livello italiano. Dallo scorso maggio l’Avis locale, che ha sede nella centralissima piazza Garibaldi, ha una nuova presidente: Silvia Nofri (nella foto), che ha avvicendato al timone Franco Alberti, figura divenuta oramai “istituzionale” in città. “La nostra realtà continua a essere molto attiva – dice la Nofri – se soltanto si pensa che dall’inizio del 2021 a oggi abbiamo aumentato il gruppo di altri 77 donatori, fra i quali vi sono anche stranieri di diverse etnie: rumeni, bulgari, polacchi e anche musulmani. Non solo: sempre dal 1° gennaio a oggi (il dato è aggiornato al 20 novembre n.d.a.), abbiamo effettuato ben 1505 donazioni. Il contributo che Sansepolcro fornisce a livello di sacche è importante: siamo collegati direttamente con Firenze e lavoriamo nel sito internet della Regione”. Da cosa dipende questa propensione a donare sangue e in che rapporto siete con l’Ospedale della Valtiberina? “Credo che la gente, se adeguatamente stimolata – sottolinea la presidente Nofri - senta poi il bisogno di donare: noi, per esempio, cerchiamo di stimolare le persone attraverso alcune iniziative, rivolte in particolare ai ragazzi, sperando un domani di poter entrare anche nelle scuole. Abbiamo avviato diverse collaborazioni anche con associazioni sportive per avere un ritorno di immagine che possa incrementare la nostra attività. Il rapporto con l’ospedale è ottimo e il centro trasfusionale è una eccellenza in ambito sanitario, tanto che questo ci ha permesso di attrarre volontari anche dai vicini centri umbri di San Giustino, Selci Lama e Pistrino di Citerna, più qualche unità anche da Città di Castello, ma vi sono persino concittadini che, pur abitando lontano, tornano a Sansepolcro appositamente per donare il sangue”. Quale il rovescio della medaglia, allora? “L’età media piuttosto alta: c’è un limite massimo dei 65 anni, oltre il quale non si può più donare ed è il centro trasfusionale a decidere in proposito. Ecco perché mi sono promessa di incrementare il numero dei volontari, abbassando l’età media con l’ingresso di giovani, perché altrimenti rischiano di sfoltire sensibilmente i ranghi”.
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