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Covid, accordo tra governo e Regioni: “Valuteremo il Super Green Pass”

Speranza: “Terza dose dopo 5 mesi”. Giovedì il Cdm

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Via libera alla terza dose dopo 5 mesi, e non più 6 dalla seconda, e una attenta valutazione per quanto riguarda il Super Green Pass. Queste le principali novità emerse dall’incontro a Palazzo Chigi tra esecutivo e Regioni sulle nuove regole per fronteggiare la quarta ondata del Covid. Il prossimo Cdm dovrebbe tenersi giovedì prossimo: le Regioni hanno chiesto una nuova convocazione. Quello che è certo è che il governo intende assumere le decisioni necessarie «in fretta», come chiedono i rappresentanti degli enti locali.

Dose “ravvicinata”
L’ok, come ha precisato il ministro Speranza, arriverà dopo il definitivo via libera dell’Aifa. «La dose di richiamo è cruciale per proteggere meglio noi e chi ci sta accanto. Dopo l'ultimo parere di AIFA sarà possibile farla a 5 mesi dal completamento del primo ciclo. Nei prossimi giorni la priorità sarà tenere la curva sotto controllo ed evitare l'esplosione del contagio che stiamo vedendo in tanti altri Paesi europei. Dobbiamo provare a tenere insieme questo sforzo, essenziale e fondamentale, che ci vede impegnati nella campagna di vaccinazione, oggi superiamo l'87% di italiani oltre i 12 anni che hanno fatto la prima dose».

Le richieste delle Regioni
«Dare certezze alle categorie produttive e all'economia invernale premiando i cittadini che si sono vaccinati prevedendo per loro minori restrizioni, in zona arancione o rossa», hanno chiesto le Regioni, confermando le previsioni degli ultimi giorni. La via da seguire, secondo i rappresentanti regionali, dovrebbe prevedere il superamento delle zone a colori e puntare sulle differenze tra Vax e No Vax. Nel fronte dei presidenti di Regione ci sono due scuole di pensiero. Campania, Lazio e alcuni governatori del nord, riferiscono fonti che hanno partecipato alla riunione, spingono per far si' che le restrizioni per i non vaccinati entrino in vigore a prescindere se una regione finisce in giallo o in arancione. Proprio per premiare chi ha fatto le dosi di vaccino e fare in modo che non ci sia alcun impatto sull'economia in vista del Natale. Altre regioni, invece, pur insistendo sulla necessità di penalizzare i no vax e, quindi, di procedere piuttosto sulla differenziazione tra vaccinati e non vaccinati, ritengono che le restrizioni debbano essere applicate solo in caso di aumento dei contagi.

Il Super Green Pass
Tra le misure discusse il nuovo Green Pass «rafforzato», valido cioè soltanto se si è guariti o se si è vaccinati sul quale il governo, stando a quanto filtrato da Palazzo Chigi, «sta valutando», e la riduzione della validità dei tamponi oltre all'introduzione dell’obbligo vaccinale per alcune categorie.

Toti: «Aumentare i controlli alle frontiere e vaccini obbligatori per sanitari»

«Bene quindi che, come pare, il Governo abbia già deciso di anticipare a cinque mesi dall'ultima vaccinazione la terza dose. Occorre anche renderla obbligarla per sanitari e Rsa e aumentare i controlli alle frontiere con i Paesi a maggiore circolazione. Mi auguro che il Governo adotti entro le prossime ore tutte queste misure». Questa la richiesta del governatore ligure, Giovanni Toti, durante l'incontro delle Regioni con il Governo.

Costa: “Favorire chi è vaccinato”

La tendenza del governo, sempre più chiara con il passare dei giorni, è quella di «favorire» i vaccinati nei casi di chiusure o restrizioni. Come anticipato questa mattina dal sottosegretario alla salute Costa.«Qualora ci dovesse essere un passaggio in arancione di qualche Regione, siccome questa misura prevederebbe in automatico tutta una serie di restrizioni come la chiusura dei ristoranti alla sera oltre che cinema e teatri, in questo caso dobbiamo mettere in atto un sistema che dia la possibilità a chi si è vaccinato di poter continuare a usufruire di queste libertà», ha dichiarato il sottosegretario. «Per chi invece decide di non vaccinarsi - ha detto - è giusto garantire il diritto al lavoro ed i diritti primari, ma se una persona non si vaccina è giusto che abbia qualche restrizione in più».

Cauda: “Rischio misure estreme”

«E' chiaro che alla fine di tutto ci potrebbero essere delle misure estreme: il lockdown per non vaccinati o l'obbligo vaccinale contro Covid-19». Lo dice all'Adnkronos Salute Roberto Cauda, direttore di malattie infettive del Policlinico Gemelli di Roma. «Io credo che in questo momento - frena però lo specialista - sia utile andare per gradi, ridurre la validità del Green pass a 9 mesi, vedere con il “super Green pass", questa riduzione di accesso agli aspetti ludici dei non vaccinati e capire cosa succede». E' evidente che «a livello scientifico la maggior tutela sono le misure più rigorose, però - precisa il medico - noi, come è stato detto più volte, dobbiamo convivere con questo virus. Io credo che si possa ancora manovrare su aspetti non così estremi, anche perché il super Green pass potrebbe indurre gli indecisi a vaccinarsi». Dopo di che «non esistono misure giuste o sbagliate in senso assoluto. Esistono misure che sono opportune in determinati momenti e possono diventare meno opportune in altri. Io sarei sempre per una gradualità» ribadisce Cauda.

Evitare buonismi di facciata

«All'ipotesi del lockdown “dedicato" ai non vaccinati e del Green pass rinforzato non ci saremmo mai arrivati se avessimo tenuto conto fin dall'inizio che il virus non va via, ma che, pur restando, non avrebbe più trovato davanti a sé le grandi praterie che ha invece trovato arrivando all'improvviso 2 anni fa. Per questo già da diversi mesi risulta intollerabile chi, non guardando davanti alla realtà dei fatti, continua a compiere veri e propri attentati alla salute dei più. E allora, seppure con ritardo, ben vengano misure restrittive decise, finalizzate ad impedire ogni eventuale ipotesi di nuove improponibili ondate». Lo sottolinea all'Adnkronos Salute l'immunologo Mauro Minelli, responsabile per il Sud-Italia della Fondazione per la Medicina personalizzata che ora invita ad evitare «inutili buonismi di facciata». E puntualizza:«Il punto fondamentale - ribadisce - è quello di arginare l'irresponsabilità, ovvero spegnere i canali di una propaganda alienante, quando non provocatoria, che incute paura immobilizzante agli indecisi». 

Notizia e foto tratte da La Stampa
© Riproduzione riservata
23/11/2021 05:25:44


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