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Roma: “C’è una bomba al Colosseo, alla Fontana di Trevi, alla Stazione Termini”

Mitomane lancia decine di falsi allarmi: la donna è stata denunciata

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«C’è una bomba alla stazione Termini». «Correte, presto, c'è un ordigno al Colosseo». «Aiuto, la Fontana di Trevi sta per esplodere». Per mesi i carabinieri di Roma avevano ricevuto telefonate con allarmi di questo tenore al Numero Unico di Emergenza “112”. Ogni volta erano intervenuti tempestivamente con le pattuglie di pronto intervento sul territorio per poi avviare il protocollo di sicurezza con tanto di cinturazione, evacuazione e bonifica della zona attenzionata da parte degli artificieri che, però, ogni volta non avevano trovato traccia di nessun ordigno. Perché, semplicemente, non ce n'erano. Si trattava dei falsi allarmi lanciati da una voce femminile, sempre la stessa, che dallo scorso febbraio quasi ogni giorno chiamava le forze dell'Ordine per segnalare la presenza di bombe inesistenti, come ha spiegato alla Stampa.it il Maggiore Fabio Valletta, Comandante della Compagnia Carabinieri di Roma Centro. 

La denuncia
Dopo accurate indagini la donna, una 37enne di origini libanesi, è stata identificata e con uno stratagemma, la richiesta di presentarsi per il ritiro di una fantomatica notifica, è stata invitata nella stazione dei carabinieri di via Vittorio Veneto dove è stata denunciata a piede libero con l’accusa di procurato allarme. Oltre una decina le chiamate censite con certezza dai militari e riconducibili al cellulare intestato a un prestanome ma utilizzato dalla signora attualmente domiciliata in una struttura alberghiera della Capitale. Ma il numero delle telefonate fake in realtà potrebbe essere molto più alto, altre decine sarebbero arrivare con numerazione anonima e presumibilmente fatte dalla stessa persona. 

Le motivazioni 
Alla domanda sul perché avesse lanciato tutti quei falsi allarmi la donna avrebbe risposto che non c'era un motivo specifico, ma che si trovava in un forte stato d'ansia per la solitudine e la mancanza di un lavoro stabile. E che non si era resa conto della gravità del suo comportamento che aveva tolto tempo e forze impiegate per problematiche inesistenti invece di focalizzarle per situazioni di pericolosità reale ai danni della sicurezza pubblica.

Roma Capitale dei falsi allarmi
La mitomane oltre a segnalare bombe presso monumenti, sedi istituzionali o altri obiettivi sensibili, dando un gran da fare ai militari, chiamava anche per avvisare di aggressioni e risse in strada. Tutte inventate. Non contenta della mole di bugie denunciava pure violenze domestiche delle quali si diceva essere lei stessa una vittima. Facendo scattare dunque l'immediato codice rosso. Roma, come conferma il Comandante dei carabinieri, sarebbe sul podio per i falsi allarmi a livello nazionale, prima città italiana per carico di lavoro in questo senso. Allarmi che, anche se in misura lievemente minore, non si sono fermati neanche durante la pandemia.

Notizia e foto tratte da La Stampa
© Riproduzione riservata
26/07/2021 21:48:58


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