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Covid, Mattarella firma il “Sostegni bis” ma lancia un avvertimento

"Ci sono troppi commi aggiuntivi e modifiche estranee"

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Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha firmato la legge sui "Sostegni bis”. Però avverte Parlamento e governo: ci sono troppi commi aggiuntivi ed modifihe estranei. Lo scrive in una lettera inviata  ai presidenti del Senato, della Camera, e al presidente del Consiglio Mario Draghi dopo aver promulgato la legge di conversione del decreto legge 25 maggio 2021 (il numero 73) recante «Misure urgenti connesse all'emergenza da Covid-19, per le imprese, il lavoro, i giovani, la salute ei servizi territoriali». 

La lettera

«Ho provveduto alla promulgazione in considerazione dell'imminente scadenza del termine per la conversione e del conseguente alto rischio, in caso di rinvio, di pregiudicare o, quantomeno, ritardare l'erogazione di sostegni essenziali per milioni di famiglie e di imprese» scrive il presidente della Repubblica.«La consapevolezza della straordinarietà e della gravità del momento che il Paese sta attraversando per le conseguenze economiche e sociali dell'emergenza pandemica, tutt'ora in corso, nonché della necessità di attuare speditamente il programma di investimenti e riforme concordato in sede europea non può, peraltro, affievolire il dovere di richiamare al rispetto delle norme della Costituzione». «Avverto – prosegue la lettera  – la responsabilità di sollecitare nuovamente Parlamento e Governo ad assicurare che, nel corso dell'esame parlamentare, vengano rispettati i limiti di contenuto dei provvedimenti d'urgenza, come già richiesto con analoga lettera dell'11 settembre 2020. Come rilevato dal Comitato per la legislazione della Camera dei deputati, quello in questione è un ''provvedimento governativo ab origine a contenuto plurimo» volto alla finalità unitaria di introdurre misure di sostegno economico in relazione all'emergenza dell'epidemia. 

Troppi commi estranei

«Il testo che mi è stato trasmesso contiene 393 commi aggiuntivi, rispetto ai 479 originari. Tra le modifiche introdotte ve ne sono alcune che, alla luce del disposto costituzionale e della ricordata giurisprudenza costituzionale, sollevano perplessità in quanto perseguono finalità di sostegno non riconducibili all'esigenza di contrastare l'epidemia e fronteggiare l'emergenza, pur intesa in senso ampio, ovvero appaiono del tutto estranee, per finalità e materia, all'oggetto del provvedimento» ammonisce Mattarella

Le modifiche “incriminate”

Tra le modifiche incriminate vengono citate quelle all'art. 7-ter, «in materia di recupero, riconversione funzionale e valorizzazione di beni demaniali ad uso militare situati all'interno di parchi nazionali»; l'art. 9, comma 1-quater, «in tema di autonomia scientifica dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia nelle attività svolte in coordinamento con il Dipartimento della protezione civile»; l'art. 10, comma 13-quater, «che interviene sui termini per l'applicazione delle disposizioni recate dai decreti legislativi di riforma dello sport». E poi ancora l'art. 30-bis, «che introduce misure di semplificazione finalizzate ad agevolare la produzione delle industrie facenti capo all'Agenzia Industrie Difesa»; l'art. 31, comma 7, «che prevede un contributo al settore dei treni storici della Fondazione FS Italiane»; l'art. 54-ter, «in tema di riorganizzazione del sistema camerale della Regione siciliana (commercio, industria, artigianato e agricoltura)»; l'art. 63-bis, «in materia di convenzioni accessorie al rilascio dei permessi di costruire concernenti la realizzazione di nuovi edifici residenziali»; l'art. 67, comma 13-bis,«riguardante la riapertura dei termini, scaduti lo scorso giugno, per un'istruttoria di competenza dell'Agcom». Infine l'art. 75-bis, «con cui si incrementano le risorse per l'indennità di servizio prevista per l'impiego all'estero di personale preposto alla sicurezza delle rappresentanze diplomatiche e consolari e degli uffici degli addetti militari all'estero». Per Mattarella «inserimenti di norme con queste modalità, oltre ad alterare la natura della legge di conversione, recano pregiudizio alla qualità della legislazione, possono determinare incertezze interpretative, sovrapposizione di interventi, provocando complicazioni per la vita dei cittadini e delle imprese nonché una crescita non ordinata e poco efficiente della spesa pubblica». 

Il monito

Per questo è necessario «rimuovere la abituale prassi, ormai generalizzata, che consiste nella presentazione di maxi emendamenti sui quali porre la questione di fiducia, prassi sulla quale si è registrato un monito critico da parte della Corte Costituzionale con la sentenza n. 32 del 2014». Pertanto, si legge, «formulo un invito al Parlamento e al Governo a riconsiderare le modalità di esercizio della decretazione d'urgenza, con l'intento di ovviare ai profili critici da tempo ampiamente evidenziati dalla Corte costituzionale, nonché nelle stesse sedi parlamentari, oltre che in dottrina, e che hanno ormai assunto dimensioni e prodotto effetti difficilmente sostenibili. Per quanto riguarda le mie responsabilità valuterò l'eventuale ricorso alla facoltà prevista dall'articolo 74 della Costituzione nei confronti di leggi di conversione di decreti-legge caratterizzati da gravi anomalie che mi venissero sottoposti». 

Giustizia: dopo le indicazioni del Colle slitta il parere sul Csm

Il parere sul ddl penale, «reso limitatamente all'istituto dell'improcedibilita' dell'azione penale» e approvato ieri dalla Sesta commissione «non e' stato inserito nell'ordine del giorno ordinario del prossimo plenum per consentire al Csm di esprimersi sull'intera riforma del processo penale». Lo comunica il vicepresidente del Csm David Ermini recependo in tal modo - si legge in una nota - le indicazioni del presidente della Repubblica Sergio Mattarella contenute nell'assenso all'ordine del giorno ordinario predisposto per il plenum. La ministra della Giustizia Marta Cartabia, spiega ancora Ermini, «ha infatti chiesto al Consiglio superiore il parere su tutti gli emendamenti governativi presentati in Parlamento, e dunque - prosegue il vicepresidente riferendo quanto precisato dal capo dello Stato - è necessario che il Consiglio non ometta di esprimersi su tutti gli aspetti della proposta del governo, circostanza che potrebbe assumere il significato di valutazione di ridotta importanza o di implicito consenso su tutti gli altri temi non trattati nel parere sull'improcedibilità». Il presidente Mattarella pertanto, conclude il vicepresidente del Csm,«ha ritenuto opportuno che sia posticipata, anche solo di pochi giorni, l'iscrizione della pratica all'ordine del giorno del plenum in modo da completare la proposta di parere con riguardo al complesso della riforma, offrendo così al Parlamento una approfondita e completa valutazione tecnica». 

Notizia e foto tratte da La Stampa
© Riproduzione riservata
24/07/2021 05:39:06


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