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Concluso con successo il volo di Blue Origin

Bezos: “Colpito dalla bellezza e fragilità della Terra, è il giorno più bello della mia vita”

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Jeff Bezos, atterrato con successo dopo la prima missione a bordo della New Shepard oltre il confine dell'atmosfera terrestre, ha detto che l'aspetto «più profondo» del suo breve viaggio nello spazio è stata la spettacolare vista della Terra, che lo ha «sbalordito» per la sua «bellezza e fragilità». «Ogni astronauta che sia stato nello Spazio, dice che si tratta di qualcosa che lo ha cambiato» ha detto Bezos alla stampa «sono colpiti e sbalorditi dalla Terra, dalla sua bellezza ma anche dalla sua fragilità e posso garantirlo».

Il volo è durato meno di dieci minuti. E tutto automatizzato, nessun pilota e solo 4 turisti a godersi lo spettacolo. Un lancio suborbitale, cioè su una traiettoria balistica, che ha portato a 100 chilometri d’altezza, e quindi nello spazio, i quattro occupanti del razzo che si chiama New Shepard, dal nome del primo astronauta americano che, sessant’anni fa, sfidò lo spazio 23 giorni dopo il russo Gagarin, primo in assoluto. 

Il distacco dalla base texana di Blue Origin è avvenuto alle 15,13. Un po’ di ritardo per minime ragioni tecniche. Meteo perfetto. Tre minuti di veloce arrampicata nel cielo azzurro per raggiungere la quota spaziale e poi il tempo di ritornare a terra con la capsula appesa al paracadute principale che atterra a 26 chilometri orari. Un volo breve, ma storico. 

L’equipaggio della capsula circondata dalle finestre più grandi mai usate su un veicolo spaziale? Sicuramente “originale”, giocando sul nome di “Blue Origin”, la compagnia privata che Jeff Bezos ha saputo costruire per realizzare il sogno dei turisti nello spazio, e dei voli dei privati al di sopra della coltre atmosferica, sopra il “Limite di Karman”, cioè i 100 chilometri che permettono a uomini e donne di diventare astronauti. 

Sulla capsula, in cima al razzo alto 45 metri, c’erano 4 “non astronauti”, che hanno raggiunto quota 106 chilometri. Chiamarla missione spaziale è un esagerazione:  più corretto, mai come in questo caso, definirlo “volo” spaziale. Tecniche del tutto differenti rispetto alla planata spaziale di Richard Branson di domenica 11 luglio, ma pur sempre una toccata e fuga, sia pure di prestigio, con i sui record e con i rischi annessi e connessi. Ma quello di oggi è stato un volo niente male, per essere quello a battesimo con a bordo occupanti del razzo New Shepard, dal nome del mitico e indimenticabile Alan Shepard.  Che tutto sommato, nel 1961, fece un volo simile ma con ben altre sollecitazioni alla partenza e rinchiuso in una capsula stretto su un sedile e, altro che finestrini per guardare il panorama!  Zero visibilità e la Terra vista dall’alto con un  periscopio e una piccola rondella di metallo che gli vola davanti al casco: era in assenza di peso.

Notizia e foto tratte da La Stampa
© Riproduzione riservata
21/07/2021 05:42:24


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