Evasione fiscale con le Rsa aretine: Daniele Mazzetti esce dal carcere

Nei prossimi giorni saranno interrogati gli altri indagati tra cui anche Roberto Vasai
Un terremoto ha scosso il sistema delle cooperative aretine denominato Agorà, smascherato dalla Guardia di Finanza di Arezzo, che ha fatto emergere una evasione fiscale di 26milioni di euro e messo a rischio il posto di lavoro di oltre 800 dipendenti. In questa vicenda sono indagate diverse figure eccellenti della provincia, alcune di loro sono finite in carcere, altre ai domiciliari. Nella giornata di ieri Daniele Mazzetti ha ottenuto gli arresti domiciliari nella sua abitazione in Casentino. Nella decisione del gip Fabio Lombardo - riportano i colleghi del Corriere di Arezzo - hanno influito anche le condizioni di salute dell’uomo, 60 anni, rappresentate nell’istanza dall’avvocato Luca Fanfani. Mazzetti presso il domicilio potrà seguire meglio le cure opportune, pur permanendo il regime cautelare degli arresti. La posizione giudiziaria dell’imprenditore resta complicata. Mazzetti è la figura perno del consorzio finito nel mirino del procuratore Roberto Rossi e delle fiamme gialle dopo l’emersione di grossi volumi di evasione e mancati adempimenti con l’erario. Nelle carte dell’inchiesta è definito come il “dominus” della presunta associazione a delinquere finalizzata alla commissione di reati tributari. Rispondendo al giudice, Mazzetti ha ammesso certe condotte ma ha tenuto a precisare che nessuno in questi anni si è arricchito personalmente; l’elusione rilevata, divenuta in certi frangenti fisiologica, avveniva per mantenere vivo il consorzio impegnato nelle Rsa di diverse regioni d’Italia, per tenere in piedi le strutture, i servizi di qualità e i posti di lavoro. Il 5 giugno erano scattati gli arresti anche per la presidente del consorzio, Letizia Beoni, che nei giorni successivi si è dimessa, e per il commercialista Alessandro Corsetti. Furono disposti i domiciliari tenuto conto del ruolo “ancillare” rispetto a Mazzetti e della loro incensuratezza. Sia Beoni che Corsetti hanno reso ampi interrogatori. La ex presidente aveva chiesto la revoca dei domiciliari o una misura meno afflittiva, ma il gip Lombardo ha respinto la richiesta motivando con il fatto che le dichiarazioni rese non sarebbero state pienamente soddisfacenti, limitandosi a confermare le evidenze oggettive degli inadempimenti tributari. Beoni, difesa dall’avvocato Roberto Alboni, ha riferito di aver dato l’anima per mandare avanti il complesso e oneroso sistema di cooperative senza trarne vantaggi. Per il giudice, nonostante non sia più lei la presidente, permane il rischio di inquinamento delle prove. Non ha invece ancora presentato istanza di revoca degli arresti il commercialista Corsetti, difeso dagli avvocati Roberto e Simone De Fraja: il suo ruolo, si difende, sarebbe stato solo tecnico, non deliberativo. Nelle prossime settimane gli interrogatori degli altri indagati, tra i quali Roberto Vasai, ex presidente della Provincia, che aveva ruoli di rilievo nelle cooperative. Dopo averlo sentito il gip deciderà sull’interdizione dalle cariche sociali. Intanto Rsa tutte operative e il 20 gli stipendi ai dipendenti sotto la guida del nuovo cda.
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