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Mondo Politica: intervista a Libero Valenti assessore al comune di San Giustino

Si occupta di lavori pubblici, viabilità e trasporti, patrimonio e qualificazione urbana.

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Prima esperienza politico-amministrativa per Libero Valenti, imprenditore agricolo residente a Selci Lama (versante Lama) che il sindaco di San Giustino, Paolo Fratini, ha chiamato a far parte della squadra di giunta nella sua seconda legislatura. Valenti è titolare di un importante assessorato, quello ai lavori pubblici, ma ha le deleghe anche a viabilità e trasporti, patrimonio e arredo e qualificazione urbana.

Anche se da oltre un anno tutto è vincolato dalla pandemia, come sta procedendo questa prima esperienza da pubblico amministratore?

“E’ stato un anno molto difficile, che nessuno di noi avrebbe mai immaginato di passare, ha stravolto le nostre vite e di conseguenza le nostre abitudini. Diciamo che essere amministratore di un Comune è un impegno che comporta tante responsabilità. Io sono alla prima esperienza, sono entrato a far parte di una squadra già ben affiatata. Certamente il settore pubblico è un mondo diverso da quello privato ed entrare nei meccanismi non è facile. Fortunatamente ho trovato una struttura competente che mi ha supportato nello svolgimento delle attività attinenti alla mia delega”.

La titolarità dei lavori pubblici è un incarico di particolare importanza in ogni Comune. Quali implicazioni comporta il ruolo di assessore con questa delega?

“Ricoprire la carica di assessore ai lavori pubblici è un ruolo che richiede un impegno costante. E’ una delega che implica responsabilità, specialmente nel nostro Comune che si sta dimostrando attivo e attento nell’intercettare fondi europei e nazionali (oltre ad un bilancio ormai da diversi anni sempre positivo), necessari per realizzare le opere pubbliche. In particolare effettuiamo vari sopralluoghi nei cantieri e con il supporto degli uffici preposti, cerchiamo di programmare le numerose attività e manutenzioni di vario tipo”.

Viabilità e trasporti: tornerà la ferrovia da Città di Castello in su e magari con qualche prospettiva interessante? E per la E78 i soldi stanziati significano che è finalmente la volta buona?

“Il progetto di sfondamento a nord forse non è più rispondente alle necessità attuali. Sarebbe preferibile e opportuno collegarsi dove passa l’alta velocità diretta, tipo San Zeno o Rapolano, e creare un servizio su ferro che possa dare reali possibilità di scelta agli utenti che adesso sono in difficoltà e alle prese con un servizio che non è più aderente alla realtà. Per quanto riguarda la E78, ritengo sia assolutamente non adeguato lo stanziamento previsto di 100 milioni di euro, cifra già prevista dal governo Renzi e non sufficiente al completamento finale in modo adeguato dell’opera. Di certo un impulso alle infrastrutture locali è necessario e improrogabile essendo quello dei collegamenti un vulnus ormai epocale per questo territorio”.

Arredo e qualificazione urbana: sono previsti quest’anno interventi nei tre principali centri del Comune?

“Sì, sono previsti interventi complessivi per 5 milioni e 650mila euro. Nello specifico, sono in programma  manutenzioni straordinarie su strade, parcheggi e marciapiedi per un milione 300 mila euro, impianti sportivi Selci e Lama per 940mila euro, completamento dei lavori al parco Roccolo e connessioni verdi con il capoluogo per 540mila euro, progetto di riconnessione urbana Selci e Lama  per 558mila euro, poi ancora la riqualificazione del cinema Lux per 250 mila euro, progetti di ampliamento per la pubblica illuminazione  per 280mila euro, interventi nella frazione Dogana per 256mila euro, alla palestra della scuola di Cospaia per 150mila euro e poi ancora la ristrutturazione del Museo del Tabacco per 95mila euro”.

Lei è agricoltore di professione in un Comune che è per eccellenza quello del tabacco. Ma si dovrà continuare a fare affidamento su questo prodotto, oppure presto sarà necessaria una riconversione?

“Credo che la coltura del tabacco ha contribuito in modo determinante allo sviluppo dell’Alta Valle del Tevere. Siamo arrivati a creare in questi ultimi anni una filiera all’avanguardia che tutti i comparti (agricoli e non) ci invidiano, per tecniche colturali, sicurezza, tracciabilità e rispetto dell’ambiente. Ultimamente si pone il problema della sostenibilità economica. Le multinazionali non pagano adeguatamente il tabacco al produttore, a fronte di incassi annuali stratosferici. Certamente è opportuno guardarsi intorno, come si dice, e in questo ultimo periodo gli agricoltori provano a sperimentare altre colture, ma non è semplice diversificare per i complessi problemi di mercato”.

Fra le sue attività c’è anche quella dell’agriturismo. In tema di turismo, viste le nuove esigenze create da una pandemia che ha accresciuto la ricerca di luoghi sani e tranquilli, quale carta più giocare adesso l’Alta Valle del Tevere tosco-umbra?

“Credo che ci siano molte carte da giocare, vista la bellezza dei territori ricompresi tra l’Altotevere Umbro e la Valtiberina Toscana, ricche di prerogative tali da consentire un inserimento fattivo in quei modelli del turismo lento che includono anche i sentieri francescani. I territori meno conosciuti, la natura i percorsi verdi sono oggi alternative valide rispetto ai flussi tradizionali e mi pare di poter cogliere un rinnovato trend: ci segnalano già presenze di stranieri (olandesi, belgi e svizzeri nelle nostre valli). Se c’è un obiettivo da perseguire in tal senso è quello di andare sempre più verso una promozione turistica omogenea ed integrata del territorio della Valtiberina toscana e di quella umbra”.

Redazione
© Riproduzione riservata
10/06/2021 09:13:28


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