Rubrica Lettere alla Redazione

Nubi sul futuro dell'ex Cementir

Al vaglio la riattivazione delle ciminiere per bruciare Css

Print Friendly and PDF

"Alla fine dei conti, come dicevano i Faraoni dell’antico Egitto: “Così sia scritto, così sia fatto”. A meno di due anni dai primi allarmi, ecco riemergere con prepotenza voci che si allargano a macchia d’olio su tutta la città, riguardo la destinazione d’uso dell'ex Cementir, storico stabilimento di Spoleto sito a Sant’Angelo in Mercole, acquistato dal Gruppo Italcementi - Colacem di Gubbio, destinato a rimettere in funzione le ciminiere bruciando CSS.

Ma cosa sono i CSS? Si tratta della nuova frontiera del business dei rifiuti, dai quali i cementifici possono trarre esclusivo beneficio economico: minor utilizzo del tradizionale e costoso petcoke. La complessa trafila autorizzativa sembrerebbe al vaglio e già sui tavoli della Regione Umbria. Si attendono decisioni su questo progetto lucroso quanto pericoloso: bruciare “fanghi prodotti dal trattamento delle acque reflue urbane”, pneumatici fuori uso (PFU), residui di materie plastiche non clorurate. Di fronte a questo ennesimo, scriteriato metodo di risoluzione dei problemi, che valorizza unicamente l’aspetto economico dei cementifici anziché adottare soluzioni più rispettose dell’ambiente e della salute delle persone, non si può restare inermi. 

Ricordo che la nuova proprietà, negli ambiti dei tavoli istituzionali (Comune di Spoleto e Regione Umbria),  aveva sempre negato la possibilità di tale conversione. Non solo: proprio per scongiurare una simile eventualità, fu sollecitata a presentare un piano industriale sul futuro del sito e, soprattutto, a tutela dei posti lavoro, argomenti sempre disattesi.

L'impressione è che oggi, nella ospitale Spoleto, ormai sia tutto permesso: dalla trasformazione di siti industriali che hanno raccontato la storia della città, alle aziende fallite, alle condizioni di indigenza cronica per centinaia di famiglie sostenute da una cassa integrazione straordinaria, alle aziende regalate a soggetti poco affidabili, fino ad arrivare alle realtà ancora oggi alla ricerca di nuovi imprenditori che possano garantire la ripresa del lavoro.

Si auspica un impegno collettivo, con la collaborazione delle autorità locali, per tutelare l'ambiente e la salute pubblica e, soprattutto, la dignità  di un’intera Città, beni primari e diritto di tutta la comunità.

Rosario Murro

Redazione
© Riproduzione riservata
25/01/2021 11:31:43


Potrebbero anche interessarti:

Ultimi video:

Crea un account o accedi per lasciare un commento

Bisogna essere registrati per lasciare un commento

Crea un account

Crea un nuovo account, è facile!


Registra un nuovo account

Accedi

Hai già un account? Accedi qui ora.


Accedi

0 commenti alla notizia

Commenta per primo.

Archivio Lettere alla Redazione

Investimento pedone: a me hanno stufato tutti questi enti! >>>

Ospedale di Sansepolcro: la Regione Toscana ci può dire cosa vuole fare? >>>

Lettera aperta agli iscritti del Pd di Umbertide >>>

Ricoverato più volte al Pronto Soccorso e poi subito dimesso: l'odissea di un 55enne >>>

Tutti se ne fregano dell'Ospedale di Sansepolcro >>>

Lettera aperta al sindaco di Bibbiena >>>

Anghiari: questo non può essere il biglietto da visita per i turisti >>>

Indecoroso il marciapiede dell'Ospedale San Donato di Arezzo >>>

Chiediamo rispetto per il giardino delle panchine rosse a Sansepolcro >>>

Escrementi e inciviltà: la pazienza si é esaurita a Sansepolcro! >>>