Fukushima spaventa ancora il mondo

Nei depositi di scorie isotopi pericolosi che rischiano di finire nell'Oceano
Sono trascorsi quasi 10 anni dal terremoto, e dal conseguente tsunami, che ha devastato la centrale nucleare Fukushima Dai-ichi, in Giappone. Nonostante il tempo trascorso l'emergenza è tutt'altro che superata. L'impianto, di proprietà della compagnia elettrica Tepco, risulta essere ancora oggi una bomba ad orologeria che rischia di stravolgere i delicati equilibri planetari. L'acqua utilizzata per raffreddare i reattori danneggiati, infatti, occupa migliaia di serbatoi che risultano colmi. Quando lo spazio di stoccaggio sarà esaurito il Governo dovrà decidere cosa fare, e l'unica opzione sul tavolo appare ancora oggi quella di riversare nell'Oceano milioni di litri di acqua pesantemente contaminata.
Dalla Tepco tentano di tranquillizzare gli animi dei residenti, e quelli della comunità internazionale, asserendo che nell'area dell'incidente i livelli di radiazione sono ormai scesi a livello di sicurezza. Unica eccezione, evidenziano quasi a voler distogliere i più dall'attenzione dal vero problema, restano le acque più vicine alla centrale elettrica chiusa... ma è realmente così?
“Negli ultimi nove anni - ha spiegato Ken Buesseler, chimico marino presso la Woods Hole Oceanographic Institution e autore del nuovo documento - i livelli di cesio radioattivo sono diminuiti nell’acqua di mare e nella vita marina nel Pacifico, ma ci sono ancora alcuni contaminanti radioattivi in quei serbatoi a cui dobbiamo pensare, alcuni dei quali non sono stati visti in grandi quantità nel 2011, ma soprattutto, non agiscono tutti allo stesso modo nell’oceano”. Nonostante ciò, a preoccupare lo scienziato, che ha persino mobilitato un team di autorevoli ricercatori provenienti da tutto il mondo, sono degli isotopi “impossibili da rimuovere” dalle acque reflue trattate. Tra questi il carbonio-14, il cobalto-60 e lo stronzio-90.
Gli isotopi, come probabilmente altri individuati soltanto nei rilevamenti del 2018, impiegano tutti molto più tempo a decadere, e hanno la capacità di alterare i sedimenti del fondo marino come anche gli organismi marini come i pesci. Una minaccia per l'ambiente e per l'uomo. Il problema Fukushima è pertanto lontano dall'esser risolto, ma non può esser il solo governo giapponese a farsi carico di decisioni i cui effetti si ripercuoteranno sull'intero pianeta.
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