Medici e ricercatori, più un rider e un rugbista: i neo Cavalieri per l’impegno contro il Covid
Insigniti dal presidente della Repubblica Mattarella
Sono gli angeli della pandemia i cui gesti di ordinaria eroicità sono tessere nel mosaico della resistenza collettiva allo tsunami del coronavirus. Tra loro ci sono l’infermiera crollata sulla tastiera del computer dopo l’ennesimo turno massacrante all’accettazione del reparto di terapia intensiva, il tassista che ha attraversato l’Italia per portare gratuitamente una bambina a un controllo oncologico e l’insegnante precaria che ha proseguito la didattica a distanza malgrado il suo contratto di lavoro fosse scaduto. Papa Francesco, nel suo messaggio agli operatori sanitari, li ha chiamati “santi della porta accanto”. Il capo dello Stato ha insignito dell’onorificenza di Cavaliere al merito della Repubblica medici e scienziati che hanno individuato e combattuto il virus killer ma anche rider, farmacisti e lavoratori che hanno garantito la continuità delle filiere produttive. In rappresentanza dell’impegno corale degli italiani durante l’emergenza Covid, hanno ricevuto dal Quirinale il cavalierato anche cittadini che hanno trasformato la solidarietà in prassi quotidiana come il malato di Sla che ha donato all’ospedale del suo paese il suo respiratore di riserva, l’operatrice del 118 che ha assistito fino all’ultimo respiro un’anziana paziente o la cassiera del supermercato che ha donato tessere prepagate ai soccorritori. Testimonianze di vicinanza che attraversano le zone rosse e nell’urgenza riportano in corsia sacerdoti e amministratori che avevano lasciato la professione medica. Dalle biografie dei neo-cavalieri emerge il ritratto collettivo di un Paese che non si è arreso all’aggressione di un nemico inatteso e che si è rimboccato le maniche mettendo a disposizione della società tutto ciò di cui dispone nella consapevolezza che il miglior aiuto è quello che nasce spontaneamente dal cuore.
Commenta per primo.