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Gli studenti italiani non sanno leggere, vanno male anche in scienze

Rapporto Ocse: il rendimento sui libri di italiano è diminuito, in particolare tra le ragazze

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Piu' dediti a internet che ai libri. Poco amanti della disciplina e primatisti nel «salto» delle lezioni. Non particolarmente ambiziosi, ma nell'insieme piuttosto felici. E’ la fotografia impietosa degli studenti italiani secondo l'indagine triennale Pisa (Programme for International Student Assessment) dell'Ocse, che valuta le competenze essenziali dei 15enni e il loro benessere a scuola nei Paesi industrializzati e di altri Paesi per un totale di 79 economie. Il mega-rapporto (i primi tre volumi pubblicati oggi superano le mille pagine) torna ad evidenziare i divari tra Nord e Sud della Penisola, come pure il gap di genere nei risultati dei test che si sono svolti nel 2018. I liceali italiani hanno ottenuto in media un punteggio inferiore alla media internazionale in lettura e soprattutto in scienze e al di sotto dei livelli del 2012, mentre e' in linea con la media e stabile rispetto al passato la preparazione in matematica.

Il rendimento in lettura è diminuito in particolare tra le ragazze e quello in scienze è peggiorato in modo più marcato tra gli studenti con i risultati più elevati. Ci sono, cioè, meno «primi della classe», almeno nel confronto internazionale. Il voto nella lettura, che è il focus dell'indagine 2018, e' di 476 punti contro la media Ocse di 487 e i 485 punti dei test 2015 e riporta l'Italia al livello del 2003, posizionandola al 25esimo posto tra i 36 Paesi Ocse. In scienze il «voto» e' bruscamente calato a 468 punti, contro i 489 Ocse e i 481 dell'indagine 2015 (già in flessione dai 494 del 2012) e vede la Penisola scendere ulteriormente nella graduatoria, al 30esimo posto. Va un po' meglio in matematica con un punteggio di 487 (ma nel 2015 era 490) a fronte di una media Ocse di 489. In tutti e tre gli ambiti, la prestazione media in Italia è stata inferiore, tra le altre, a quella di Belgio, Francia, Germania, Olanda, Polonia, Slovenia, Svezia e Regno Unito. L'Italia ha ottenuto un punteggio simile a quello del Portogallo e della Spagna in matematica, ma inferiore ai due Paesi in scienze e inferiore a quello del Portogallo anche in lettura. Questo, però, e' il risultato medio del Paese.

Le differenze regionali
Se si va al dettaglio geografico, la mappa dei risultati cambia: in lettura Trento (496) e Bolzano (495) hanno ottenuto punteggi simili a quelli di Germania e Slovenia e superiori alla media nazionale. La Sardegna (462), per contro, ha ottenuto punteggi inferiori alla media nazionale e simili a quelli di Grecia e Turchia. In matematica, Trento (518) e Bolzano (528) hanno ottenuto punteggi vicino ai vertici assoluti, tallonando l'Estonia (523), la prima dei Paesi europei e facendo meglio, nel caso di Bolzano, di Olanda e Svizzera. La Sardegna e' molto piu' indietro nella graduatoria, alle spalle di Malta, con 467 punti. La classifica Ocse nella lettura vede al top, oltre all'Estonia, Canada, Finlandia, Irlanda, Corea, Polonia, Svezia, Nuova Zelanda, Stati Uniti, Regno Unito e Giappone, con punteggi tutti superiori a 500 punti. La Germania è 15esima con 498 punti e la Francia 18esima con 493. Ai vertici mondiali restano, comunque, le economie asiatiche che soprattutto con i numeri surclassano l'Occidente. I 15enni delle quattro province cinesi che hanno partecipato a Pisa (Pechino, Shanghai, Jiangsu, e Zhejiang ) ottengono in media un punteggio di 591 punti in matematica, seguiti da quelli di Singapore con 569, in lettura ottengono 555 e 549 punti e nelle scienze 590 e 551 rispettivamente. D'accordo che le 4 province cinesi non rappresentano tutta la Cina, ma - come nota il segretario generale dell'Ocse Angel Gurria nell'introduzione del rapporto - non solo il loro punteggio è il piu' alto in assoluto, ma il 10% degli studenti piu' svantaggiati ha mostrato di avere migliori competenze di lettura della media degli studenti Ocse, come pure competenze simili al 10% piu' avvantaggiato di alcuni dei Paesi industrializzati. Le dimensioni di ciascuna provincia/municipalita' e' inoltre paragonabile a quelle di un tipico Paese Ocse e la loro popolazione complessiva ammonta a 180 milioni di abitanti. A rendere i risultati anche piu' significativi e' poi il fatto che il reddito medio delle quattro aree e' molto sotto la media Ocse. «La qualità delle loro scuole oggi - sottolinea Gurria - alimenterà la forza delle loro economie domani». 

Notizia e foto tratte da La Stampa
© Riproduzione riservata
03/12/2019 14:16:20


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