Fertilità dei terreni a rischio
Con le microplastiche i lombrichi dimagriscono e smettono di fare il proprio lavoro
Non soltanto in mare, le microplastiche rischiano di creare ingenti danni anche agli organismi che popolano lo strato superficiale del suolo. Nello specifico, ha scoperto un team di ricercatori dell'Anglia Ruskin University (Regno Unito), a correre grandissimi rischi sarebbero in primis i lombrichi. Queste creature si nutrono principalmente di residui organici presenti nel suolo, ma inevitabilmente finiscono con l’ingerire delle microplastiche potenzialmente letali. I risultati dello studio, pubblicati integralmente sulle pagine della rivista Environmental Science & Technology, non sembrano lasciar spazio ad equivoci. Dopo appena 30 giorni dall’ingestione dei micro frammenti i lombrichi tendono a dimagrire, perdendo la capacità di fertilizzare il suolo.
La sperimentazione
I ricercatori hanno sistemato dei lombrichi (della specie Aporrectodea rosea) in una serie di vasche contenenti terra e piante erbacee. Alcuni dei contenitori sono stati riempiti con terra incontaminata mentre altri sono stati “seminati” con polietilene ad alta densità, fibre di plastica derivanti da abiti sintetici e resti di acido polilattico, usato per i sacchetti biodegradabili.
Il risultato ottenuto grazie allo studio, il primo ad aver indagato sugli effetti causati su queste creature dal pericoloso contaminante, è preoccupante. I lombrichi inseriti nella vasca “contaminata” evidenziavano problemi dopo appena 30 giorni. Il polietilene ha presumibilmente ostruito (o infiammato) il tratto digestivo dei poveri invertebrati, portandoli a perdere il 3,1 per cento del peso. La terra contenuta nelle vasche, hanno evidenziato poi gli scienziati, è risultata avere un pH inferiore rispetto a quello registrato all'inizio dell'esperimento.
Benché la causa principale del peggioramento della salute dei lombrichi non sia ancora chiara, i ricercatori hanno rilevato in tutti i soggetti esposti alle microplastiche una minore capacità di assorbimento dei nutrienti presenti nel terreno. Questo particolare, evidenziano ancora dall'Anglia Ruskin University, dovrebbe far suonare un forte allarme globale. Il lavoro dei lombrichi è importante, per almeno sei motivi:
1) Scavando gallerie, fino ai 2 metri di profondità, i lombrichi rimescolano gli strati del suolo.
2) Le gallerie create da questi vermi permettono all’aria e all’acqua di penetrare fin negli strati più profondi del suolo.
3) Scavando gallerie mescolano grandi quantità di materiale organico, sostenendo un’infinità di microrganismi preposti alla demolizione delle sostanze organiche attraverso l’humus. Questo non è prezioso soltanto perché agisce come una spugna, aumentando la capacità della terra di trattenere l’acqua, ma anche perché è una fonte di nutrienti per le piante.
4) La combinazione di suolo soffice e humus nelle deiezioni dei vermi produce un po’ alla volta un suolo di consistenza ideale che favorisce la crescita degli organismi e aumenta la fertilità del suolo stesso, facilitando la coltivazione delle piante.
5) I lombrichi, che si nutrono di ogni tipo di materiale organico, trascinano il cibo nelle gallerie liberando il suolo da foglie morte e rametti: rendendo così disponibili nutrienti come azoto e fosforo.
6) Grazie alle gallerie le radici delle piante riescono a espandersi con maggiore facilità, con vantaggi evidenti per l’albero ma anche per la solidità del terreno.
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