Opinionisti Francesco Del Teglia

Elezioni in tono minore

Grande tristezza per vedere come è ridotta la politica in Valtiberina

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Siamo ormai a ridosso dell’appuntamento con le urne, con le elezioni (Europee e Amministrative) fissate per il 26 maggio. Vorrei qui soffermarmi un attimo sulle elezioni “locali”, quelle che in Valtiberina toscana interessano ben 4 comuni – Badia Tedalda, Monterchi, Pieve e Sestino -  oltre la metà di quelli che compongono il territorio. Da osservatore esterno ma anche da cronista che per decenni ha seguito le vicende istituzionali della vallata, provo una discreta tristezza per vedere come è ridotta la politica. Un tempo, nemmeno molto lontano, c’era attesa per questo evento democratico. Se ne parlava, se ne scriveva, e soprattutto c’era sempre una sana ma accesa contrapposizione fra le varie entità coinvolte nella competizione per la guida dei singoli comuni. In ballo c’era il governo dei paesi, la maggioranza amministrativa nell’allora Comunità Montana. E c’erano quasi ovunque anche personalità di spessore in lizza per la fascia tricolore. Oggi niente più di tutto questo. La gente si è disaffezionata al voto, basta guardare le percentuali dei votanti, si disinteressa di politica, i partiti son quasi morti e sepolti, pochissimi coloro di livello che decidono di mettersi in gioco. Due domande occorre farsele perché si è arrivati a questo punto. Se a Pieve e Monterchi ci sarà comunque un minimo di competizione, emblematici i casi di Badia Tedalda e Sestino, dove per la prima volta ci sarà un’unica lista e un unico candidato a sindaco in lizza. Contro il quorum – la soglia del 50% +1 degli aventi diritto al voto - invece che contro un avversario. Molto triste tutto ciò, e lo dico da cittadino oltre che da giornalista. Liste e raggruppamenti di stampo civico ovunque, non riconoscibili partiticamente, anche se qua e là si intravede un minimo di connotazione ideologica. Quasi che appartenere ad un partito, dichiararlo chiaramente e orgogliosamente, anche nel nome della lista presentata, sia una vergogna. Stupisce soprattutto a queste latitudini il logorio che sta accusando il centrosinistra, e il Pd in particolare. C’era un unico comune in tutta la Valtiberina dove il Pd poteva ancora sventolare una propria bandiera di sindaco, quella di Marco Renzi a Sestino. Briciole, rispetto ai tempi passati. Ebbene, con la rinuncia di Renzi a ricandidarsi, nemmeno più quella di bandierina c’è. Tranne clamorosi responsi elettorali, dal 27 di maggio in poi per la prima volta nella sua storia il centrosinistra, e il Pd che resta la forza numericamente più forte di quest’area, rischia di non avere alcun proprio rappresentante al governo delle istituzioni in Valtiberina. E’tempo che chi di dovere cominci più che a interrogarsi, ad agire in maniera concreta se non vuole assumere le sembianze di quelle tribù indiane ridotte a sopravvivere in riserve. Il centrosinistra ormai si palesa, unito, solo nella ricorrenza del 25 aprile per manifestare il proprio antifascismo. Ma per gli altri 364 giorni all’anno continua ad essere diviso, vuoto di persone e di progetti, lontano anni luce dalla propria tradizione di governo. Errare humanum est, perseverare autem diabolicum.

Francesco Del Teglia
© Riproduzione riservata
05/05/2019 11:47:22

Francesco Del Teglia

Giornalista pubblicista di lungo corso, è inviato fisso per Sansepolcro e la Valtiberina Toscana del quotidiano Corriere di Arezzo fin dalla sua nascita, nel 1985, ma vanta esperienze anche a livello televisivo e collaborazioni con periodici vari. Politica e sport i campi di particolare competenza professionale. È stato anche addetto stampa di vari enti.


Le opinioni espresse in questo articolo sono esclusivamente dell’autore e non coinvolgono in nessun modo la testata per cui collabora.


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