Opinionisti Francesco Del Teglia

Chiusura annunciata

Necessaria, anche se tardiva

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Ce ne hanno messo del tempo. Ma alla fine han deciso. E finalmente, aggiungo. La chiusura della E45 è cosa buona e giusta. Necessaria, anche se tardiva. Chi percorre quella mulattiera tutti i giorni, chi si è avventurato talvolta a dare un’occhiata allo stato di salute dei suoi architravi – leggi piloni – sa bene quali sono da tempo immemore le condizioni di salute di una tra le arterie più disastrate di questa Italia ridotta a un colabrodo infrastrutturale. Roba che forse nemmeno la diabolica Salerno-Reggio Calabria regge al confronto. Ce ne han messo di tempo però. Ricordo quando, oltre 5 anni fa, l’allora assessore della Comunità Montana Valtiberina Toscana Francesca Calchetti – mi piace citarla perché lo merita – scrisse di suo pugno al Ministero competente per denunciare lo stato di salute comatoso dei pilastri dei viadotti nel tratto che da Pieve porta in Romagna. L’allarme fu preso blandamente in considerazione da chi di dovere, come spesso succede in questa Italia. E mi piace citare anche l’impegno quotidiano di tanti cittadini che più volte, anche sui social, mettevano in risalto le piaghe della strada in questione, tanto da creare pure un apposito blog – “Vergogna E45” – molto partecipato. Pure qui sempre blande prese in carico delle denunce quotidiane. E non parliamo dei tanti articoli, dei tanti servizi sull’argomento da parte dei media. Poi succede purtroppo la tragedia del Ponte Morandi a Genova e improvvisamente le teste pensanti che debbono prendere decisioni si svegliano dal sonno eterno e decidono di darsi una mossa per scongiurare ulteriori lutti e cominciare a monitorare, seriamente, le condizioni delle nostre fantastiche infrastrutture di collegamento. Bene, bravi. Ma sappiate che (anche) in questo caso è grazie all’impegno ostinato di tanta gente comune se finalmente pure la E45, i suoi marci piloni, le sue carreggiate che somigliano a groviere, il suo asfalto che non sta più su, è oggi interdetta al transito e pure ai suoi millemila incidenti che sin qui han causato quasi una 50ina di morti. E ora? Vedremo quello che succederà e quali saranno le azioni dell’Anas. Nell’attesa resta uno sconsolante quadro di fondo per la Valtiberina tutta, una roba da terzo Mondo come ho già avuto il (dis)piacere di scrivere nel recente passato. Il nostro territorio sconta nell’ordine: una Due Mari che deve essere ancora completata da mezzo secolo, una E45 chiusa, una linea ferroviaria inesistente verso Arezzo e interdetta anche verso l’Umbria, una diga di Montedoglio che attende da 10 anni di essere rimessa a posto. E aggiungo pure il blocco al passo di Bocca Trabaria che va avanti da mesi. Siam proprio messi bene a infrastrutture. Penso che pure nello Zimbabwe siano avanti anni luce. Il Terzo Mondo siamo noi.

Francesco Del Teglia
© Riproduzione riservata
17/01/2019 09:10:36

Francesco Del Teglia

Giornalista pubblicista di lungo corso, è inviato fisso per Sansepolcro e la Valtiberina Toscana del quotidiano Corriere di Arezzo fin dalla sua nascita, nel 1985, ma vanta esperienze anche a livello televisivo e collaborazioni con periodici vari. Politica e sport i campi di particolare competenza professionale. È stato anche addetto stampa di vari enti.


Le opinioni espresse in questo articolo sono esclusivamente dell’autore e non coinvolgono in nessun modo la testata per cui collabora.


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