Sansepolcro: il ramo aziendale di Cose di Lana è ora definitivamente di Supermaglia

Il giudice ha respinto l'opposizione della società di Padova inseritasi nell'asta
Strada in discesa per la cooperativa Maglificio 38, costituita lo scorso giugno con l’obiettivo di rilevare il ramo aziendale di Cose di Lana, il noto maglificio con sede a Sansepolcro sottoposto a procedura di fallimento. Il giudice Antonio Picardi ha infatti rigettato l’opposizione presentata dalla società di Padova inseritasi nel corso dell’ultima asta giudiziaria (quella del 28 settembre) con obiettivo unico l’acquisizione del marchio più prestigioso del gruppo “Il Granchio”. Il 31 ottobre, lo stesso giudice si era espresso con l’aggiudicazione a Supermaglia (che ha garantito la prosecuzione dell’attività produttiva nella zona industriale di Santafiora) dell’offerta d’asta pari all’ultimo prezzo base, pari a 706500 euro. Come previsto in casi del genere, chi è rimasto fuori ha avuto la possibilità di presentare ricorso contro il decreto di assegnazione provvisoria, ma il dottor Picardi ha confermato quanto stabilito un mese e mezzo fa, per cui l’assegnazione di Cose di Lana a Supermaglia è ora definitiva in automatico. A questo punto, con la società veneta oramai fuori, la cooperativa Maglificio 38 potrà procedere con l’acquisizione del 100% delle quote detenute da Supermaglia, titolare di macchinari, dipendenti e marchio; in altre parole, dell’attività imprenditoriale al “netto” del luogo fisico in cui è ubicata, cioè l’edificio in cui si trova lo stabilimento. “Ancora vi sono passaggi formali da espletare – ha commentato Benedetta Bianchi, presidente di Maglificio 38 – ma è chiaro che lo scoglio principale venutosi a creare sia stato superato”. Il numero 38 indica i dipendenti che sono anche soci della cooperativa sugli 80 in totale impiegati in azienda: si tratta quindi di un 50% delle maestranze che presto lavoreranno rivestendo un duplice ruolo. La continuità di una fra le realtà imprenditoriali “storiche” della città biturgense – messa in piedi oltre 70 anni fa dai signori Elio e Angela Conti – è pertanto salva e, con essa, anche un indotto che vede coinvolto un centinaio di ditte artigiane. Si avvia alla conclusione una vicenda che, soltanto in relazione all’ultimo capitolo, si era trascinata avanti per un anno esatto. La prima asta andata deserta è infatti datata 20 dicembre 2017, con prezzo iniziale di un milione e 674mila euro; a questa, ne erano seguite altre due, sempre senza esito, fino allo sblocco di settembre e alla decisione di ottobre. Ma all’interno del maglificio la produzione non si è fermata un solo giorno, con la recente consegna ai clienti dei capi della linea autunno-inverno e la riapertura dello spaccio vendita nella sede legale di via Divisione Garibaldi. In gennaio, poi, è già sicura la partecipazione a Pitti Immagine.
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