Opinionisti Buttarini Massimo

Il doppio livello del potere politico…

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La radice etimologica della parola politica ci rimanda a qualcosa che attiene la città, l'amministrazione della cosa pubblica. E' questa l'anima del fare politica, la sua etica, la sua mission. Coloro che nel corso della storia del nostro paese si sono occupati di politica hanno preso così sul serio questa cosa che il codice penale ha dovuto dedicarvi un articolo, per la precisione il 324, quando gli interessi privati, invece, prevalgono, e avviene un abuso d'ufficio contro l'amministrazione dello Stato che viene, in questi casi, manipolata per favorire il proprio tornaconto personale o quello di qualcun altro. Il potere è stato sempre seguito dall'ombra della corruzione, un'ombra inquietante che si è fatta sempre più violenta ed ingorda. La politica dovrebbe servire ai fini di una buona amministrazione che, come quella di un'azienda sana, sia votata al suo benessere, alla sua crescita e al benessere e alla crescita di chi vi fa parte. Il buon amministratore, il buon politico, in sostanza, dovrebbe equivalere ad un buon padre di famiglia che opera per il benessere della stessa e non per il proprio tornaconto personale o per quello di alcuni soltanto. La patologia della politica, o meglio, le patologie della politica delineano uno spettro psicopatologico che riguarda il narcisismo e la psicopatia, patologie molto gravi e molto spesso inguaribili. Non incurabili. Inguaribili. E' bene ripeterlo. Questo spettro psicopatologico non riguarda i singoli individui ma l'intero sistema politico che ha molte più cartucce dell'Hydra a sette teste. La psicopatologia della politica impregna di sé un sistema che ormai si regge  da una vita sul malaffare, sugli inciuci, sulla corruzione e su collusioni gravissime con la criminalità organizzata. Lo dice bene Stefania Limiti nel suo libro "Il doppio Livello" dove riporta le parole di Luca Cianferoni, avvocato di Totò Riina che qualcosa da dire probabilmente ce l'ha:

"La strage di Capaci è al 90% di Mafia il resto lo hanno messo altri; per quella di Via D'amelio siamo 50 e 50 e per le stragi sul continente la percentuale mafiosa scende vertiginosamente". La Limiti descrive il suo lavoro come "un'inchiesta che si basa su varie testimonianze e ricostruisce alcuni importanti episodi, alcune storie della strategia della tensione del nostro paese e vuole entrare nei meccanismi della destabilizzazione cercando di capire in che modo sia stato possibile che negli episodi di terrore, nei delitti politici e nelle stragi i mandanti, gli architetti di questi piani siano rimasti sempre occultati. E' un libro che affronta le false bandiere, cioè il modo in cui queste operazioni vengono fatte e i mandanti vengono sempre tutelati. Oltre a spiegare che cosa si intende con operazioni sotto falsa bandiera, il libro ricostruisce alcune vicende in parte già note cercando di vedere nuovi punti di vista. Per esempio il ruolo della 'Rete Atlantica' che ha controllato i gruppi neofascisti; il ruolo dell' altra Gladio, 'la Gladio Militare', così come è stata ricostruita da due procuratori coraggiosi come Dini e Roberti; il ruolo dell'agente d'influenza Licio Gelli, il modo in cui l'uomo del doppio livello Giulio Andreotti ha svolto la sua carriera politica e come questa è finita e poi una ricostruzione della strage di Capaci sulla base di alcune confidenze fatte da un ex gladiatore siciliano, molti elementi inducono oggigiorno ormai a ritenere quella strage una strage tipica del 'doppio livello' perché quel giorno gli uomini di Totò Riina non erano soli. Ecco la testimonianza di un ex gladiatore siciliano a proposito della strage di Capaci:'Non penserà mica che fu opera soltanto di quattro mafiosi? Mi creda quei poveri scemi piazzati sulla casetta sopra la curva dell'autostrada, credono davvero di aver compiuto un'attentato con tutti i crismi della professionalità. Non si sono accorti che altri ben più all'altezza di tali situazioni hanno fatto tutto con grande capacità lasciando loro solo l'effimera illusione di essere veri criminali."

Ma come funziona allora questo doppio livello? Sentiamo che cosa ha da dire Sandro Provvisionato che di Misteri d'Italia se ne intende e che in occasione dell'uscita del libro della Limiti  rilasciò questa breve intervista:

"Il doppio livello che dà il titolo al libro di Stefania Limiti è l'evoluzione di una vecchia teoria sul Doppio Stato, uno Stato legale che agiva però anche illegalmente. Il Doppio Livello è uno sviluppo di quella teoria secondo me molto più approfondita e che dà molte più risposte. Cosa vuol dire Doppio Livello? Vuol dire che quando qualcuno a livello di gruppi estremistici, a livello di terrorismo decide di fare un'azione, c'è subito qualcun altro che è pronto quasi a raddoppiarla. Per dire: un atto dimostrativo diventa una strage perché qualcuno si sovrappone a chi ha ideato l'atto dimostrativo. Un esempio clamoroso di doppio livello ed emblematico è il caso Moro. Cosa successe durante il caso Moro: che un gruppo terroristico, le Brigate Rosse rapirono nel 1978 Aldo Moro presidente della Democrazia Cristiana, tenendolo prigioniero 55 giorni e poi lo uccisero. Fine della storia? No assolutamente. Su questa vicenda che pur essendo ancora piena di misteri è molto lineare, si sovrappose l'intervento diretto della politica e dello Stato. In che senso? Andreotti e Francesco Cossiga, rispettivamente Presidente del Consiglio e Ministro dell'Interno, questo lo abbiamo già scritto in 'Moro doveva morire', fecero in modo che questa decisione delle Brigate Rosse arrivasse all'estremo. Cioè non operarono per salvare Moro ma a doppio livello operarono invece per farlo uccidere. Questo è un esempio di come un livello naturale, nel senso storico del termine, viene manipolato da un livello superiore. E di esempi ce ne sono tantissimi nella storia italiana. Ormai dimenticata la vicenda della Uno Bianca: per sette anni e mezzo tra Emilia Romagna e Marche, dei poliziotti, 5 poliziotti, seminarono il panico, il terrore. Uccisero pensate ventiquattro persone, una strage strisciante, fecero rapine per milioni, attaccarono i campi nomadi, non si sapeva chi fossero. Saltò fuori poi che erano dei poliziotti. Sicuramente su questa vicenda si è innestato un doppio livello. I poliziotti miravano soprattutto all'inizio a fare delle rapine, a prendere dei soldi, come si comportano i criminali. Su questa vicenda si innestò però un livello politico neofascista, statale, servizi segreti, che li spinse a fare altre cose fino a quando poi vennero catturati. Ecco, il doppio livello è un po' la derivazione del doppio stato, ma soprattutto è la concretizzazione di un'altra teoria che secondo me è molto interessante: quella delle false bandiere. Molto spesso si fa vedere che l'attentato è commesso da un gruppo ma in realtà la bandiera è falsa, la bandiera appartiene ad un'altra formazione, ad un'altra organizzazione, ad un'altra appendice dello stato. Tra il cinquecento e il settecento, le navi che si scontravano sul mare, le battaglie navali, alzavano una bandiera per attirare la nave credendola amica, al momento dell'attacco abbassavano le bandiere e ne alzavano un'altra. Ecco, invece in queste vicende le bandiere non vengono mai abbassate, vengono alzate e lì rimangono. IL doppio livello che Stefania Limiti ci racconta in mille particolari in questo libro è proprio la teoria che più ci sconcerta. Noi sappiamo tante cose, indubbiamente, ma non le sappiamo tutte. La cosa sconvolgente è che dietro a queste cose, già drammatiche, si parla anche della strage di Capaci e della strage di via d'Amelio, stragi di Mafia e poi delle stragi del 1993, tutto quello che appare ha sempre qualcosa dietro. Ecco questo è quello che più inquieta il lettore di questo libro. Questo gioco di maschere, il doppio livello appunto, non è sempre uguale altrimenti sarebbe stato già ampiamente scoperto, ma a seconda delle vicende ci sono dei personaggi che sono interessati a che...a sovrapporsi agli avvenimenti. Torno all'esempio di Moro: Moro ad un certo punto muore perché finisce in un coacervo, in un centro d'interessi dove più soggetti vogliono che lui muoia. Lo vogliono certamente le Brigate Rosse che tentano uno scambio ma è uno scambio ipotetico al quale forse neanche loro credono, uno scambio con terroristi detenuti. Ma puntano a questo il livello politico, Moro dava fastidio in quanto apriva un discorso col partito comunista, il famoso compromesso storico, che non andava certamente bene alla democrazia cristiana ma non andava bene neanche agli Stati Uniti i quali non volevano che il partito comunista entrasse nell'area di governo e paradossalmente non andava bene neanche all'Unione Sovietica che invece vedeva un paese  fratello sfilarsi dal gruppo comunista per entrare in un governo borghese. Ecco, questo è molto significativo: ad un certo punto succede qualcosa, si ipotizza qualcosa o si organizza qualcosa di criminale e c'è qualcuno che ne approfitta, perché finire nel centro di interessi...Falcone, Borsellino, Dalla Chiesa, non muoiono perché la Mafia decide di ucciderli. La Mafia si muove per farlo ma c'è qualcun altro dietro che spinge perché questo avvenga esattamente come doveva avvenire."

E' veramente sconcertante. Ma la cosa ancora più sconcertante  è che nessuno fa nulla perché le cose cambino. Di queste cose non se ne parla laddove se ne dovrebbe parlare. Non si attacca il cuore di questo organismo malato si fa una bagarre magari perché il primo ministro ha fatto più scontrini di quanto fosse legittimo fare. Questo potere malato presente ad ogni livello istituzionale, dalle amministrazioni comunali ai centri nevralgici dove si spingono i bottoni che manovrano le trame oscure, non utilizza primariamente le bombe come arma per sottomettere i suoi sudditi inerti, ne utilizza una ancora più letale: la comunicazione. Comunicazione che diventa magia: fa scomparire ciò che non deve essere visto e comparire realtà parallele che servono da depistaggio e diversivo per spostare l'attenzione dell'opinione pubblica. Per fare questo non si pongono limiti tanto da utilizzare la cronaca nera piuttosto che lo sport bombardando i cittadini con notizie che sono soltanto specchietti per le allodole. C'è chi pensa che se il Potere Occulto non vuole che qualcosa attiri l'attenzione è capace anche di costruire a tavolino dei crimini che siano così d'impatto tanto da assorbire completamente l'attenzione. Insomma un vero e proprio gioco d'illusionismo. Ma la comunicazione del potere è così abile che ormai se si parla di complotti molti sono così perplessi tanto che il complottismo è diventato una sorta di mitomania. Se vuoi che qualcuno non creda a qualcosa questo qualcosa lo devi divulgare così tanto che alla fine non sarà più nulla. La comunicazione che crea confusione. Sarà difficile a quel punto riconoscere le fonti attendibili da quelle deliranti. C'è da pensare quindi che i mitomani, i complottisti deliranti, vengano utilizzati dal potere per oscurare quelle voci che invece stanno dicendo la verità, disperdendo la loro voce in un calderone di informazioni distorte per liquefarla e disperderla.

Redazione
© Riproduzione riservata
12/04/2016 14:01:15

Buttarini Massimo

Originario e residente a Città di Castello, si è laureato in Psicologia a indirizzo applicativo presso l’Università “La Sapienza” di Roma e svolge la professione di psicologo dal 1992. È esperto di psicologia investigativa e investigazioni difensive, consulente per studi legali, psicologo clinico e forense specializzato in psicoterapia. Ha una predilezione per il giornalismo d’indagine, finalizzato alla ricerca della verità, che lo ha portato a seguire alcuni fra i principali casi di cronaca del nostro Paese.


Le opinioni espresse in questo articolo sono esclusivamente dell’autore e non coinvolgono in nessun modo la testata per cui collabora.


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