"Da tre mesi senza stipendio": sit-it dei lavoratori del centro diurno di Caprese Michelangelo

Il sindacato Uiltucs Toscana: "Da troppo tempo chiediamo risposte che non arrivano"
“Non ci sono state risorse neppure per mettere il carburante al mezzo, o per acquistare il latte: ci sono, al momento, tre mensilità arretrare ma si rischia anche la quarta più la tredicesima”. Sit-in, ieri mattina, davanti alla sede dell’Unione dei Comuni della Valtiberina Toscana – a Sansepolcro – da parte dei lavoratori e dei familiari degli ospiti del centro diurno “Terzilio Rossi” di Caprese Michelangelo. Insieme a loro anche la Uiltucs Toscana, con il delegato aretino Luigi Marciano. “Una protesta inevitabile, conseguenza di oltre un anno di ritardi sistematici nel pagamento degli stipendi, sistematiche mancate risposte da parte delle cooperative che stanno gestendo l'appalto – sono la Opus ed Essequadro - e continue disfunzioni organizzative che hanno reso il lavoro quotidiano sempre più difficile e l'assistenza sempre più precaria – commenta lo stesso Marciano - nonostante i ripetuti interventi del sindaco di Caprese Michelangelo e dell’Unione dei Comuni, che in più occasioni hanno anticipato risorse per garantire gli stipendi, seppur sempre in ritardo, la situazione non ha mai trovato una soluzione stabile. Negli ultimi mesi, anzi, le criticità si sono aggravate, incidendo sulla qualità del servizio offerto agli utenti più fragili e mettendo le lavoratrici in condizioni non più sostenibili. La misura è colma. Da troppo tempo chiediamo risposte che non arrivano – sottolinea il responsabile UILTuCS Toscana per il territorio di Arezzo – lo sciopero di oggi (ieri) è stato un segnale forte: non si può garantire un servizio pubblico essenziale senza condizioni minime di dignità, sicurezza e continuità retributiva. Le lavoratrici non possono più accettare stipendi in ritardo, disorganizzazione quotidiana e totale assenza di confronto. Serve un cambio di passo, ora”. E poi aggiunge. “Alle lavoratrici mancano le mensilità, forse anche la tredicesima: non possiamo assolutamente procedere in questa direzione”. La stessa sigla sindacale che è al fianco delle lavoratrici ha pure delle richieste ben precise. “Chiediamo all’Unione dei Comuni di togliere queste cooperative, fare tutte quelle procedure affinché escano da questo appalto per procedere poi ad una nuova assegnazione”. Sono dieci gli ospiti presenti all’interno del centro, con sei operatori. “I primi problemi sono iniziati alla fine del 2024, verso settembre-ottobre – ha aggiunto Manuela Giulivo, una delle dipendenti del centro diurno – con i primi ritardi, dove noi ci siamo subito opposti con i sindacati e l’Unione dei Comuni, chiedendo delle spiegazioni; spiegazioni che di fatto non sono mai state date. La situazione, purtroppo, è peggiorata di mese in mese fino ad oggi quando siamo alla fine nel 2025 e ci mancano ancora le mensilità di settembre, ottobre, novembre e tra dieci giorni anche la tredicesima, oltre a dicembre”. A manifestare anche alcuni familiari degli ospiti del centro. “Questo è il terzo ritardo da fine 2024 – aggiunge Florina Andreea Gusti, un’altra dipendente – anche i consiglieri hanno presentato le mozioni, l’unica cosa è che l’Unione dei Comuni ogni tanto pagava uno o due mensilità: così, però, non va bene perché se è vero che da una parte ci hanno pagato, dall’altra hanno gravato la nostra situazione perché non abbiamo il tfr, non abbiamo il 730 e neppure i nostri diritti”.

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