Città di Castello, 50 anni di storia e attività dei “consultori” nel ricordo di Rossella Cestini

"Uno sguardo sul presente per un impegno sul futuro": tanta gente al convegno di ieri
Cinquanta anni di storia e attività dei “consultori” nel ricordo di Rossella Cestini, indimenticata protagonista della vita istituzionale, sociale e sanitaria in altotevere ed in Umbria. “50 anni di consultori”, uno sguardo sul presente per un impegno sul futuro”, questo il titolo di un partecipato evento che si è svolto ieri pomeriggio, presso la sala del consiglio comunale. All’incontro, promosso dal comune e Usl Umbria 1 in collaborazione sindacati dei pensionati, Spi-Cgil, Cisl-fnp e Uilp Umbriae da Udi (Unione donne in Italia) di Città di Castello e moderato dall’assessore alle politiche sociali, Benedetta Calagreti, sono intervenuti il sindaco, Luca Secondi, la consigliera regionale, Letizia Michelini, la responsabile del servizio regionale di programmazione della assistenza territoriale, Enrica Ricci, che ha affrontato il tema legato al “Quadro nazionale sui consultori familiari e specificità regionale”. La discussione poi si è focalizzata su, “I consultori nell’altotevere: uno sguardo di insieme fra sfide e opportunità”, con gli interventi del direttore Struttura Complessa Presidio Ospedaliero, Silvio Pasqui, la direttrice del distretto altotevere, Daniela Felicioni, la funzione organizzativa ostetriche, Daniela Berettoni, la psicologa consultorio e spazio giovani, Martina Zangarelli, la dirigente settore politiche sociali del comune, Giuliana Zerbato. La giornata di riflessione e approfondimento si è conclusa con una sezione dedicata ai “consultori: un patrimonio da difendere e proteggere”, con gli interventi di Marina Toschi, UDI (Unione Donne in Italia), Giuseppina Gianfranceschi, Elisa Sollevanti, generazioni di Lotta Umbertide e Daniela Barbaresi, segreteria CGIL nazionale. “E stata una importante occasione di confronto per celebrare i 50 anni dí consultori in Umbria, utile a consolidare l’interazione e la buona collaborazione fra le istituzioni. Un pomeriggio dal quale – hanno dichiarato il sindaco Secondi e l’assessore Calagreti - sono emersi spunti preziosi per rilanciare e potenziare i servizi, rendendoli sempre più affini alle esigenze della cittadinanza. Abbiamo voluto dedicare questo momento a Rossella Cestini, in segno di affetto e riconoscenza per il contributo professionale ed umano apportato alla comunica. Una grande amica, che ha concorso a costruire la storia del consultorio a Città di Castello, lasciandoci in eredità insegnamenti importanti.” Anche il direttore del Presidio ospedaliero Alto Tevere, Silvio Pasqui ha evidenziato la straordinaria occasione di confronto mettendo in risalto come “la collaborazione tra ospedale e territorio, in particolare con i servizi consultoriali, rappresenti un valore imprescindibile per garantire un’assistenza realmente vicina alle persone. Lavorare insieme significa condividere competenze, costruire percorsi comuni e offrire continuità di cura e di ascolto. Solo attraverso questa sinergia possiamo rispondere in modo efficace e umano ai bisogni di salute della nostra comunità, accompagnando ogni individuo e ogni famiglia con attenzione, rispetto e professionalità", ha dichiarato Pasqui. Ricco di spunti e di statistiche significative l’intervento poi di Daniela Felicioni, direttrice distretto altotevere, la funzione organizzativa ostetriche, Daniela Berettoni e la psicologa consultorio e spazio giovani, Martina Zangarelli. Consultorio in prima linea, come sottolineato da Felicioni , con 33mila prestazioni in cinque anni: “nemmeno il Covid lo ha fermato”. Dal 2020 a oggi le tre strutture dell’Altotevere hanno garantito screening, visite e assistenza specialistica. Durante la pandemia il servizio ha continuato in presenza e con telemedicina e teleconsulto. Oltre 32mila prestazioni in cinque anni e mezzo per una popolazione di 74mila abitanti. Sono i numeri del servizio consultoriale dell’Altotevere, che dal 2020 al primo semestre 2025 ha continuato a essere un punto di riferimento fondamentale per la salute delle donne del territorio umbro. Un presidio che non si è fermato nemmeno durante l’emergenza COVID-19, quando ha saputo reinventarsi attraverso la telemedicina e il teleconsulto per garantire continuità alle cure. Le cifre parlano chiaro: 32.991 prestazioni totali erogate dalle tre strutture consultoriali della zona, con una media di circa 6mila interventi all’anno. Un’attività costante e capillare – ha proseguito Felicioni - che ha toccato diversi ambiti della salute femminile, dalla prevenzione oncologica all’assistenza ostetrica, dal supporto agli adolescenti alla riabilitazione specialistica. La prevenzione oncologica al primo posto”. La voce più consistente è quella degli screening citologici: ben 18.042 esami in cinque anni e mezzo, oltre 3.200 all’anno. Numeri che testimoniano l’impegno del consultorio nella prevenzione del tumore del collo dell’utero, seguendo le linee guida nazionali per lo screening del cervicocarcinoma. Un’attività che non ha subito interruzioni significative nemmeno nei mesi più difficili della pandemia, quando molti servizi sanitari erano in affanno. Le visite ginecologiche e ostetriche hanno raggiunto quota 7.256, con una media annuale di 1.320 prestazioni. Controlli di routine, follow-up delle gravidanze, assistenza pre e post parto: un servizio essenziale che ha accompagnato centinaia di donne nei momenti più delicati della loro vita anche nei 30 giorni successivi al parto ed ex assistenza all’allattamento al seno nel primo anno di vita. “La vera prova di resilienza – ha detto ancora Felicioni - è arrivata con l’emergenza sanitaria. Mentre ospedali e ambulatori riorganizzavano le attività, i consultori dell’Altotevere hanno fatto una scelta precisa: non interrompere i servizi. Come? Implementando rapidamente strumenti di telemedicina e teleconsulto che hanno permesso di mantenere il contatto con le pazienti, garantendo consulenze, supporto psicologico e follow-up a distanza. Una modalità che ha protetto operatori e utenti dal rischio contagio, ma che soprattutto ha evitato che le donne del territorio rimanessero senza assistenza in un periodo già di per sé complicato. Gli screening sono continuati, le gravidanze sono state seguite, le urgenze sono state gestite. Il consultorio c’era, ed è rimasto.” Tra le attività del consultorio spiccano anche servizi più specifici ma non meno importanti. Lo Spazio Giovani ha registrato 1.200 accessi nel periodo considerato: un luogo dove adolescenti e giovani adulti possono trovare informazioni sulla contraccezione, sulla salute sessuale, su relazioni e prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili. Un punto di riferimento sicuro e riservato, lontano dal giudizio. Particolare attenzione è stata dedicata anche alla rieducazione del pavimento pelvico, con 3.116 prestazioni erogate. Un servizio che risponde a problematiche spesso vissute in silenzio dalle donne – incontinenza, prolassi, dolore pelvico – ma che hanno un impatto significativo sulla qualità della vita. La riabilitazione perineale è fondamentale dopo il parto, ma anche in altre fasi della vita femminile, e il consultorio dell’Altotevere ha saputo dare una risposta concreta a questa esigenza. Un presidio radicato nel territorio. Con tre strutture distribuite nell’area dell’Alta Valle del Tevere, il servizio consultoriale garantisce una copertura capillare del territorio. Il tasso di utilizzo – 44,4 prestazioni ogni 100 abitanti – racconta di un servizio accessibile e conosciuto, che ha saputo costruire un rapporto di fiducia con la popolazione. “I dati aggiornati al 31 dicembre 2024 – ha concluso Felicioni nel corso del suo dettagliato intervento - confermano che il consultorio è molto più di un ambulatorio: è un presidio di salute pubblica che accompagna le donne dalla giovane età alla menopausa, passando per gravidanze, prevenzione e cura. E che, anche nei momenti più difficili, ha scelto di esserci.” Il convegno si è concluso con gli interventi di Marina Toschi per Unione Donne in Italia, Giuseppina Gianfranceschi, Elisa Sollevanti per il gruppo di donne di Umbertide “Generazioni in lotta” e Daniela Barbaresi a nome dei tre Sindacati Pensionati Cgil, Cisl, Uil. “Con questo convegno – hanno precisato - abbiamo celebrato mezzo secolo di una delle conquiste sociali più importanti del nostro Paese. 50 anni fa molte donne hanno lottato per aprire i consultori e oggi tocca a noi tenerli vivi. I consultori familiari sono nati per garantire accesso libero, pubblico e gratuito alla salute delle donne, delle famiglie e delle nuove generazioni. Oggi, a 50 anni dalla loro istituzione, abbiamo voluto non solo ricordare, ma rilanciare il loro ruolo: perché i consultori restino presidi territoriali di prossimità laici, spazi di accoglienza, ascolto e diritti, contro ogni tentativo di smantellamento o marginalizzazione. Il convegno è stato l’occasione per fare il punto sulla loro storia, le sfide del presente e le prospettive future. Abbiamo voluto rimettere al centro l’importanza dei consultori nella nostra città e in Umbria. Il Convegno “50 anni di consultori –uno sguardo sul presente per un impegno sul futuro” ci ha permesso di ripercorrere il ruolo di questo spazio pubblico, che è stato luogo di conoscenza del proprio corpo, di informazione sulla contraccezione, sulla prevenzione delle MST, di guida per le donne durante la maternità e la menopausa.” “Per non dimenticare la grande importanza che ha avuto nella collaborazione con le scuole del territorio per promuovere percorsi di formazione all’affettività e alla sessualità. “Abbiamo lanciato una sfida alle forze politiche regionali affinché riprendano in mano la condizione attuale dei consultori e li rilancino, accogliendo le proposte emerse durante il convegno, costruendo nuove prospettive per il futuro di questi spazi pubblici così importanti per le donne e la cittadinanza tutta. Vogliamo che tornino ad essere luoghi vivi e ci impegneremo per riuscirci , questa è solo la prima tappa che ci vedrà , insieme alle istituzioni, intenzionate a restituire alla collettività consultori vivi e partecipati . Abbiamo sottolineato il ruolo che crediamo debbano avere i consultori e che sono loro attribuiti dalla legge che li ha istituiti: assistenza alla salute sessuale e riproduttiva delle donne, servizio di assistenza alla famiglia per i problemi connessi alle coppie e ai giovani, assistenza psicologica e sociale per la preparazione alla maternità e paternità responsabile e somministrazione dei mezzi necessari per una procreazione responsabile. Dopo aver espresso piena solidarietà alle operatrici e a tutto il personale che in questi anni , con mille difficoltà, hanno svolto un lavoro straordinario per assicurare questo servizio, in un’ ottica di collaborazione per migliorare e rilanciare i consultori, abbiamo chiesto – hanno concluso- presenza nei consultori di tutte le figure professionali previste dalla legge ( psicologo, assistente sociale, ginecologo, ostetrica), ampliamento dei programmi di educazione alla sessualità e all’affettività da parte della Asl nelle scuole, estensione dell’età, oltre i 65 anni, per rientrare nello screening di prevenzione del carcinoma del collo dell’utero, contraccettivi gratuiti, applicazione della 194 su IVG chirurgica e farmacologica.” La serie di interventi è stata preceduta da un momento toccante e partecipato con la consegna di una targa da parte del comune ai familiari in ricordo di Rossella Cestini a cui la giornata era dedicata. Alla consegna oltre al sindaco, Luca Secondi e gli assessori, Benedetta Calagreti e Letizia Guerri hanno partecipato anche il presidente del consiglio comunale Luciano Bacchetta e la consigliera comunale Luciana Bassini.

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