Raggiunto dai soccorsi l'elicottero, non c'è traccia dei corpi dei due imprenditori

Area delimitata tra Badia Tedalda e Borgo Pace: avviata l'inchiesta, prelevata scatola nera
Un ammasso di lamiere, questo è lo scenario che i soccorritori si sarebbero trovati di fronte al punto del crash – così viene definito – dell’elicottero precipitato domenica pomeriggio nei boschi dell’Alpe della Luna. Per appena 270 metri si trova nel territorio di Badia Tedalda: i vigili del fuoco, che prima lo hanno individuato e poi geolocalizzato, si sono calati: a piedi, dopo ore di cammino, sono invece arrivati altri soccorritori. Non sono stati ancora trovati i corpi dei due imprenditori a bordo, probabilmente sbalzati lontano: quello del 77enne Mario Paglicci e l’amico di Sinalunga, impegnato nel mercato immobiliare e con un passato da fornaio, Fulvio Casini; entrami con la passione del volo, partiti da Venezia e di ritorno a Castiglion Fiorentino dove la mattina stessa si erano dati appuntamento. Le immagini dall’alto, mostrate dal Tg1, riprendono uno scenario agghiacciante e confermano il fatto che il velivolo una volta schiantato al suolo avrebbe preso fuoco. La carcassa è stata ritrovata stamani poco prima delle 10, dopo ore e ore di ricerche frenate anche dalle avverse condizioni meteo di ieri sera e della notte. Sarebbe stata un’avaria del motore – seppure conferma deve arrivare dalla scatola nere subito isolata – la principale causa del disastro, con l’elicottero che avrebbe perso quota da un’altezza di crociera di circa mille metri. L'area del disastro è stata delimitata, quindi non è accessibile, sia per ragioni giudiziarie che di sicurezza. In corso i primi rilievi. Sull'incidente indagano l'Ansv e la Procura di Arezzo. L’Augusta Westland 109, l’elicottero che si è schiantato al suolo, secondo quanto si apprende sarebbe stato acquistato dall’imprenditore orafo nel mese marzo.

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