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Gaza, tensione alle stelle: Hamas respinge il piano USA, Israele chiude i valichi

"Nessuna tregua senza ostaggi"

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Israele ha annunciato la chiusura dei valichi di accesso alla Striscia di Gaza, sospendendo l’ingresso di aiuti umanitari. La decisione, comunicata dall’ufficio del primo ministro Benjamin Netanyahu, è stata presa dopo la conclusione della prima fase dell’accordo sugli ostaggi.

"Israele non permetterà una cessazione delle ostilità senza il rilascio dei nostri ostaggi. Se Hamas continuerà a rifiutare il piano, ci saranno ulteriori conseguenze", ha dichiarato l'ufficio del premier. Secondo il comunicato ufficiale, la sospensione dell’ingresso di merci e forniture è una risposta diretta al rifiuto di Hamas di accettare il cosiddetto "piano Witkoff".

Hamas accusa Israele: "Vogliono affamare Gaza"

Il blocco imposto da Israele ha scatenato la reazione di Hamas, che accusa Netanyahu di violare il diritto internazionale. "La decisione di interrompere gli aiuti conferma ancora una volta il suo disprezzo per le leggi internazionali", ha dichiarato un portavoce del gruppo al canale qatariota al-Arabi.

Secondo Hamas, impedire l’ingresso di cibo e medicine equivale a una condanna alla fame per la popolazione della Striscia. Il gruppo ha chiesto una risposta dura dalla comunità internazionale, affinché eserciti pressioni su Israele per revocare la chiusura dei valichi.

Il piano Witkoff: Israele accetta, Hamas lo respinge

Israele ha approvato la proposta degli Stati Uniti per un cessate il fuoco temporaneo durante Ramadan e Pasqua ebraica, confermando la volontà di procedere con il "piano Witkoff". Tuttavia, Hamas ha rifiutato la proroga senza garanzie per un cessate il fuoco permanente e il ritiro delle forze israeliane da Gaza.

"Israele adotta la proposta USA per un cessate il fuoco temporaneo. Nel primo giorno, metà degli ostaggi vivi e dei caduti saranno rilasciati e, se si raggiungerà un accordo su un cessate il fuoco permanente, verranno liberati anche i restanti ostaggi", ha dichiarato l'ufficio di Netanyahu.

L’accordo include una clausola che consente a Israele di riprendere le ostilità dopo 42 giorni se i negoziati non produrranno risultati concreti.

Scontri in Siria: Israele minaccia interventi militari

Oltre alla crisi con Hamas, Israele è pronto a intervenire in Siria. Il ministro della Difesa, Israel Katz, ha ordinato all'IDF di "prepararsi a difendere" la città siriana di Jaramana, a maggioranza drusa.

"Israele non permetterà al regime estremista in Siria di colpire i drusi. Se lo farà, risponderemo direttamente", ha dichiarato Katz.

La tensione è in aumento: in serata, a Jaramana sono stati segnalati scontri armati, mentre in diverse città siriane si sono svolte manifestazioni contro la posizione di Netanyahu.

Le famiglie degli ostaggi contro Netanyahu

Attualmente, a Gaza restano 59 ostaggi, di cui almeno 35 sarebbero morti. Le famiglie dei rapiti accusano Netanyahu di aver sabotato i negoziati.

"Netanyahu ha orchestrato questa crisi per non rispettare gli impegni dell'accordo", ha dichiarato Einav Tsangaoker, madre di uno degli ostaggi.

Nel frattempo, Hamas ha diffuso un video che mostra il momento in cui Yair Horn, liberato dopo 489 giorni, si abbraccia con il fratello Eitan, ancora prigioniero. Nel filmato compare anche il soldato Nimrod Cohen, confermando che è ancora in vita.

"Si riconosce dal tatuaggio che si era fatto poco prima del rapimento", ha detto il padre di Cohen.

Errori di intelligence: il rapporto dell'IDF sul 7 ottobre

L’IDF ha pubblicato un rapporto sulle falle nella sicurezza israeliana durante l'attacco di Hamas del 7 ottobre.

  • Israele si aspettava 70 infiltrati da 4-8 varchi, ma Hamas ha attaccato con 5.500 uomini da 114 punti
  • Il confine è stato sigillato solo dopo tre ore e mezzo dall’inizio dell’attacco
  • Un video di Hamas, intitolato "Pugno dei Liberi", mostrava una simulazione dell’incursione, ma l’intelligence lo aveva ignorato

L'incapacità di prevenire l'assalto ha scatenato dure critiche contro il governo e l'esercito.

Ramadan a Gaza tra distruzione e speranza

Dai social emergono immagini contrastanti della situazione a Gaza. A Rafah, un lunghissimo tavolo apparecchiato per l’Iftar, il pasto serale del Ramadan, si staglia tra le macerie e la devastazione del conflitto.

Mentre la popolazione attende sviluppi nei negoziati, il blocco degli aiuti e la minaccia di una ripresa delle ostilità fanno temere un'escalation ancora più drammatica.

Foto Ansa

Notizia e foto tratta da tiscali.it
© Riproduzione riservata
02/03/2025 11:12:49


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