L'anno nero del Marrone di Caprese Michelangelo: toccato il minimo storico di raccolta
Ha influito la stagione e tanti altri fattori: appena 270 quintali alla Cooperativa Valle Singerna
Toccato il minimo storico degli ultimi anni. Il 2024 verrà ricordato come l’anno nero per la raccolta del Marrone di Caprese Michelangelo. “Ancor peggio degli anni in cui dovevamo combattere contro il cinipide – ricorda Silvano Piombini, presidente della Cooperativa Valle Singerna dove confluisce la maggior parte del prodotto – quello a cui abbiamo assistito è stato un calo drastico del prodotto; in più, poi, quel poco presente si manteneva in malo modo e di conseguenza andava buttato. Numeri alla mano: nell’autunno 2024 la nostra cooperativa ha raccolto poco più di 270 quintali di Marroni; un numero basso, bassissimo oserei dire. Si rideva che lo scorso anno la stagione era andata male, ma oggi abbiamo toccato il fondo con ripercussioni anche nella trasformazione del prodotto: in primis la farina che tra qualche giorno sarà in commercio. Meno prodotto a disposizione, quindi, significa anche meno farina”. Se quest’anno sono stati 270 i quintali di Marrone raccolto, da ricordare che Caprese Michelangelo beneficia anche del marchio Dop, il presidente Piombini ricorda i dati degli ultimi anni. “Vado a ritroso – puntualizza – nel 2023 erano stati confluiti 350 quintali di castagne, un dato sempre basso rispetto ai 1240 quintali del 2022 e i 1000 del 2019; in mezzo, però, ci sono sempre stati dei bei numeri come gli 890 quintali del 2020 e i 670 dell’anno successivo”. Una situazione delicata, quindi, quella che ha investito Caprese Michelangelo nella stagione 2024 del Marrone: problematica che si è presentata un po’ a macchia di leopardo in tutto il territorio; Marroni che per larga parte sono arrivati dalla zona di Fragaiolo, ma non solo, o comunque sopra i 600-700 metri sul livello del mare. Quali possono essere stati i principali fattori? “Sicuramente ha inciso la stagione – afferma Silvano Piombini della Cooperativa Valle Singerna – poiché ci siamo trovati di fronte ad un’estate molto calda, con la pioggia che è arrivata in ritardo; solamente nella prima decade del mese di settembre, seppure i castagni paradossalmente erano ripartiti nella sua naturale maturazione. Il Ko, invece, c’è stato nelle due nottate di freddo fuori dal normale di metà settembre che di fatto ne ha bloccato la sua maturazione trovandosi di fronte a castagne piccole, spesso ancora bianche dentro la peglia che vuol dire non essere mature ed in generale un prodotto troppo delicato per poterlo lavorare”. La castagna non è comunque andata bene neppure nelle altre zone della Toscana seppure per Caprese Michelangelo questo prodotto rappresenta un valore aggiunto, oltre ad una certa importanza soprattutto nel passato. Per l’ennesimo anno, poi, si è presentata un’altra problematica: ovvero, quella di una maturazione slittata più in avanti – forse anche troppo – con difficoltà sia della raccolta, andando spesso in sovrapposizione con le olive, che nella sua commercializzazione al momento opportuno.
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