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Giù le mani dalle montagne

Il comitato ha fatto sentire l asua voce in Regione Toscana

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Questo il grido che ha unito e unisce gli aderen al Coordinamento dei comita territoriali delle Cinque Montagne (Alpi Apuane, Montagna Lucchese, Montagna Pistoiese, Appennino Mugellano, Pratomagno) al quale si sono riuni per questa occasione altre realtà locali e nazionali. Gli interven si sono succedu in mezzo ad una folla di cennaia di a'vis di Associazioni e Comita riuni insieme per affermare che le montagne non sono si industriali ma ecosistemi naturali da tutelare e preservare con la massima cura e aenzione. Là dove la natura e l’ambiente vengono devasta e viola, è stato ribadito, non siamo in presenza di rinnovabile green e pulito, ma siamo di fronte a proge' speculavi che mirano al profio, creando il danno di territori e comunità, con un costo per la colle'vità inacceabile. Non c’è più tempo! Bisogna smeere di divorare e massacrare montagne come le Alpi Apuane, consumare suolo, abbaere foreste integre non frammentate, annientare habitat di specie protee, inquinare, deviare, compromeere re idrografiche e torren di acque pure. Bisogna smeere di aprire chilometri di infrastruure dove non ci sono, come sull’Appennino Mugellano Monte Giogo di Villore Corella, di consumare fiumi di petrolio per camion, ruspe, escavatori, betoniere, caneri al fine di sbancare, cemenficare e impermeabilizzare i crinali fragili e franosi delle nostre montagne. Fermatevi! Bisogna smeere, soprauo a causa del cambiamento climaco, di dissestare e degradare la sicurezza idrogeologica delle nostre montagne che, come per l’Appennino ToscoRomagnolo, dopo un giorno di pioggia connuavo, franano sommergendo di fango e di acqua la valle e la pianura. Nelle Alpi Apuane l’industria estrattivistica, con il benestare delle istituzioni regionali e locali e con i profondi appetiti anche della criminalità organizzata, spolpa da decenni le montagne per ricavare per lo più ormai polvere di carbonato di calcio, utilizzata addirittura per fare dentifrici. Nell’Appennino Mugellano viene dato il via libera ad un progetto di installazione di 7 mega pale eoliche di 170 metri, a ridosso del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, habitat di specie protette tra cui l’aquila reale, con la compromissione di sentieri nazionali ed internazionali e l’abbattimento di ettari di foreste. Nella Montagna Pistoiese l’industria sciistica, in una terra senza neve, ottiene soldi pubblici per estendere e rinnovare gli impianti di risalita, tra Doganaccia e Corno alle Scale, con l’immensa sottrazione di acqua ed energia che ad ogni nuova “stagione” ne deriva. Sul Pratomagno, nella prospettiva di nuovi ristoranti, nuove strutture alberghiere, nuovo ed ulteriore turismo del consumo, vorrebbero asfaltare una strada bianca che affianca e attraversa un sito protetto Natura 2000, casa di rarissime specie animali e vegetali, per un’estensione di 12 km ad un’altitudine che supera i 1500 m. Nella Valle del Serchio, in un’area contigua alla Riserva dell’Orrido di Botri, hanno distrutto e distruggono sentieri antichi e boschi vetusti per aprire nuove vie al taglio boschivo ed allo sfruttamento intensivo della montagna. Anche sull'Appennino di Barga, nei boschi di uso civico fra i 1300 e i 1600 m di altudine si connua il taglio di eari e eari di faggi, anche a raso, senza che ci si renda conto di quanto sia prezioso il patrimonio boschivo che ci è affidato e di quanto sarebbe necessario un aeggiamento di preservazione anziché di mero ulizzo a fini economici. La Montagna incantata dell’Amiata si è aggiunta nel denunciare i problemi della geotermia ricadenti sulla salute del territorio e delle persone. La Montagnola Senese ha esposto la situazione insostenibile di tagli boschivi massivi di cui è oggetto da troppo tempo. La politica e l’imprenditoria, anche con la spinta dell’Unione Europea, corrono a braccetto sempre più velocemente verso la distruzione di tutto ciò che conta, di tutto ciò che è vita e dà la vita. Per quali interessi? I nostri? Non è credibile, non è logico, semplicemente non è vero. Le risorse, guarda caso, mancano sempre per sanità, scuola, trasporto pubblico, diritto alla casa, servizi alla persona. L’ideologia dominante, veicolata da ogni tipo di fame di potere e di denaro, cerca di colonizzare ogni pensiero, dei prossimi potenziali sfruttatori e degli sfruttati. Ma è vuota e svuotante, non ha prospettiva, punta dritta all’annientamento in nome di nuove tecnologie costruite sulla pelle di popoli sfruttati, nuove energie necessarie a mantenere, se non aumentare, gli attuali consumi, nuove armi per difendere e conquistare nuovi mercati, nuovi prodotti che finiranno in mare o in qualche nuova terra che dovrebbe dare la vita e finisce per dare la morte. Che la prossima frontiera dello sfruttamento intensivo e dell’industrializzazione, spremuti ed esauriti i contesti già urbanizzati ed allagati dall’ennesima alluvione non prevenuta, sarebbe stata la natura e i luoghi ancora selvatici era del tutto prevedibile. Luoghi ancora da poter addomesticare al neoliberismo. Ogni luogo da cui veniamo è un’oasi nel deserto delle ambizioni politiche ed imprenditoriali di accumulo ad ogni costo. È il passato e non può che essere il futuro. È casa di altri esseri viventi, acqua, luce, aria, suoni e colori sempre più rari, a rischio di estinzione quale nuova merce di scambio, nel cieco e insensato affidamento sulla capacità di riparare il danno creato. “Per questo, per altro, per tutto” è necessario informarsi, prendere posizione, mobilitarsi a difesa delle Montagne Toscane. “Ogni vita vale” è il principio che deve guidarci. La Manifestazione è stata anche l’occasione per annunciare la nascita di TESS (Transizione Ecologica Senza Speculazioni), una coalizione che ad oggi conta una quaranna di associazioni e comita, nata il 6 seembre 2024 proprio qui in Toscana con lo scopo di proteggere i territori dall’impao devastante delle speculazioni energeche in ao. L’unico modo per fronteggiare queste pesan aggressioni è quello di compaarsi, sostenersi a vicenda, elaborare strategie comuni, mostrare solidità e determinazione, nessuno deve essere lasciato solo. La manifestazione è stata indea con lo scopo di informare su quanto sta accadendo nel territorio toscano, ma anche per richiamare la Regione alle proprie responsabilità. Sono manca l’ascolto da parte delle istuzioni, i reali processi partecipavi, con cos previs per decine di milioni di euro sora' al benessere della popolazione: 16 milioni per l’impianto della Doganaccia, 2 milioni per l’asfaltatura del Pratomagno. Acque inquinate e sorgen prosciugate, dissesto idrogeologico incrementato da un vero e proprio “assalto alla diligenza”, sfruamento dei beni comuni seguendo la logica dell’estra'vismo che sorae risorse naturali al territorio a scopo speculavo e lascia dietro di sé macerie e miseria. E’ così che si vuole combaere lo spopolamento e la deserficazione dell’Appennino? La risposta congiunta è salita dalla piazza verso le finestre degli uffici della Regione Toscana: Vergogna, la voce delle Montagne Toscane si alzerà sempre più forte!

Il Coordinamento dei Comita Territoriali delle Cinque Montagne

Redazione
© Riproduzione riservata
09/10/2024 07:51:00


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