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Lorenzo Quartucci, la promessa del ciclismo altotiberino

Un talento del ciclismo di Sansepolcro che da un paio di anni è nel mondo del professionismo

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Il suo sogno è quello di correre un grande giro a tappe. È giovane, un talento del ciclismo che già da un paio di anni è nel mondo del professionismo. Corre, attualmente, con  il team Corratec Vini Fantini. Di fatto un atleta sotto tutti i punti di vista: disciplina, alimentazione e tanti altri aspetti che non possono affatto scendere in secondo piano. Lui è Lorenzo Quartucci e il suo cuore si divide tra Toscana e Umbria. È nato a Sansepolcro nell’aprile del 1999, questo per dire che è un ragazzo di appena 25 anni, vissuto per anni a San Giustino – ecco il legame con l’Umbria – insieme ai genitori Claudio e Clementina che lo hanno sostenuto sotto tutti i punti di vista in questo percorso così impegnativo, ma ricco di emozioni al tempo stesso. Negli ultimi anni, però, il suo cuore è tornato a Sansepolcro: più precisamente nella piccola località di Pocaia di Sotto, ubicata a metà strada tra il centro biturgense e la frazione di Gragnano; oggi, infatti, Lorenzo Quartucci abita lì insieme alla compagna Gaia che lo appoggia in tutto il suo percorso. 

Come nasce la passione per la bicicletta?

“Come tutte le cose più belle, anche la passione per la bici è nata un po’ per gioco grazie ad un mio amico. Si chiama Leonardo, giocavamo a calcio insieme: un giorno, però, spinto da una grande curiosità mi chiese di andare a provare con lui le biciclette al ciclodromo di Città di Castello; fu una sorta di scintilla, da lì nacque l’amore. Correva l’anno 2013: sono quindi trascorsi undici anni”.

Quando è avvenuto il passaggio nel mondo del professionismo?

“Alla fine di novembre del 2022, quindi in pratica quasi due anni fa. Tutto ciò dopo un’annata più che convincente con l’Hoppla Petroli Firenze piazzandomi tra i primi posti nelle classifiche nazionali con ben 30 ‘top 10’. Dopodiché, quindi, avvenne il passaggio nel mondo del professionismo”.

Come è articolata una giornata ‘tipo’ di Lorenzo?

“La sveglia al mattino è sempre abbastanza presto, tra le 7 e le 8 perché ho un Cocker di appena un anno e quindi anche lui ha l’esigenza di uscire: lo porto fuori, giochiamo un po’ e poi torno in casa; mi preparo la colazione e dopo circa un’ora parto per il mio allenamento giornaliero che può variare da giornate di endurance quindi tra le 4 e le 6 ore in sella o giorni più brevi, di scarico, dove sono sufficienti una o due ore di pedalata. Tornato dall’allenamento un bel pranzo, seguito da un breve riposino mentre nel pomeriggio mi dedico a fare delle commissioni; in estate frequento il fiume, oppure faccio delle passeggiate per rilassarmi un po’”.

Allenamenti in solitaria, oppure in gruppo e con quale cadenza?

“Per quello che riguarda gli allenamenti preferisco sempre essere in compagnia di qualcuno, perché ti passa meglio il tempo e la giornata; poi è sempre bello scambiare parole, oppure opinioni, con gli amici in bici e testarci l’un con l’altro. Di solito siamo 4-5 tra dilettanti e amatori, ci alleniamo sempre insieme cercando di incastrare i programmi di ognuno di noi. Le sessioni di allenamento variano dal periodo ma diciamo che le ore di bici a settimana sono sempre dalle 18 alle 24 che tradotto in chilometri complessivi variano tra 500 e 800; quasi tutti i giorni, fatta eccezione di uno che è di riposo ogni 8-10 giorni di allenamento”.

Quale sensazione si prova ad indossare la maglia azzurra della Nazionale?

“Se vi dico indescrivibile ci credete? È così, ve lo assicuro. Un qualcosa di surreale e da pelle d’oca. Diciamo che quando la metti ti senti come un bambino al luna park e pensi solamente a quello, al fatto di quanto sia bello quell’azzurro che indossi. È un privilegio indossare la maglia della Nazionale, alla fine di qualunque sport essa sia, che pochi hanno ed io sono veramente orgoglioso di essere stato uno di quelli”.

Che consiglio daresti ad un giovane come te, che vuole avvicinarsi al mondo del ciclismo?

“Il consiglio che darei è quello di inseguire i propri sogni e non arrendersi mai, soprattutto di fronte al primo scoglio che si incontra. A mio avviso è sbagliato da parte dei genitori imporre uno sport al proprio figlio: dal mio punto di vista è bene che lui stesso, con il passare degli anni diventando di conseguenza sempre più maturo, possa capire cosa vuole fare e quale sia la strada migliore; quando si è giovani abbiamo mille idee in testa ogni giorno e non abbiamo alcun pensiero. So solo che a me la bici ha dato tanto e sono grato per questo: mi ha trasformato da ragazzino a uomo, mettendomi di fronte tanti ostacoli e dubbi ma anche tante belle soddisfazioni e certezze”.

Ciclismo e sicurezza stradale: due temi che devono andare di pari passo?

“Purtroppo, devo dire, che in Italia non abbiamo la cultura della bici come in altri Paesi, che mettono a disposizione piste ciclabili o banchine per percorrere la strada in completa sicurezza; è quindi sempre più difficile praticare questo sport perché non siamo tutelati per niente. Ogni giorno, quando sei per strada ad allenarti, speri sempre che non ti succeda niente, non c’è rispetto per chi pratica questo sport. È vero che delle volte anche noi ciclisti sbagliamo perché occupiamo più strada di quella che ne dovremmo aver bisogno, ma le persone che sono alla guida sono sempre più distratte e con i cellulari in mano per esempio: questa è una cosa sicuramente da sistemare riguardo alla sicurezza stradale. Spero anche al più presto”.

I prossimi impegni ed il futuro nelle due ruote di Lorenzo Quartucci?

“Adesso sono qua in Cina a disputare il Tour of Hainan (quando ci risponde sono gli ultimi giorni del mese di agosto), rientrerò a casa il 2 di settembre e poi valuteremo insieme alla squadra i prossimi impegni di fine stagione. Per il mio futuro ancora non c’è nulla di sicuro, vedremo”.

Un sogno nel cassetto?

“Sicuramente un sogno nel cassetto è quello di poter partecipare ad uno dei grandi giri a tappe: Giro d’Italia, Tour de France oppure La Vuelta in Spagna. E poi perché no, anche vincere magari una tappa. Sapete, sognare non costa nulla”.

Davide Gambacci

Notizia e foto tratta dal periodico l'Eco del Tevere
© Riproduzione riservata
06/10/2024 11:17:25


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