Oltre un secolo di storia per il Caffè Gerasmo di Sansepolcro
"Gestire un bar è sempre più dura, andiamo avanti solo con una grande passione"
C’era nel passato e c’è tuttora. A Sansepolcro, in provincia di Arezzo, il Caffè Gerasmo è una istituzione. Una storia secolare, iniziata nel 1917, seppure da decenni l’attività sia portata avanti da Sonia Fortunato e dal figlio Francesco Caroscioli. Si sa, il mondo del commercio e delle varie attività nei centri storici non sta sicuramente attraversando uno dei periodi migliori per tenere alzate le saracinesche tra costi che aumentano e tassazione oramai alle stelle.
- Che momento storico sta vivendo il mondo del commercio?
Probabilmente quello al dettaglio sta attraversando il peggior periodo di sempre, anche se occorre poi distinguere quello che è il settore moda e abbigliamento con quelli che sono i servizi legati al turismo. C’era stata una ripresa, seguita però da una brusca frenata dovuta secondo noi principalmente a stipendi rimasti inalterati e comunque bassi rispetto a quelli che sono i costi quotidiani andati alle stelle, ma anche ad una situazione economica generale cambiata repentinamente nel mondo. Ci sono meno stranieri in giro e probabilmente anche un po’ il nome dell’Italia che sta avendo in Europa come Paese tra i più cari. Il commercio al dettaglio, anche se non è diretta nostra competenza, deve continuamente combattere con la concorrenza sleale che arriva dal mondo degli e-commerce; aspetto che porta ad avere una minore concentrazione di negozi nel centro storico e quindi meno scelta per chi acquista, rischiando di perdere un presidio.
- Quali sono le principali problematiche che deve affrontare un’attività nel centro storico?
Rispetto ad altre locazioni, può avere il fatto che raggiungere un locale o un negozio nel centro storico richieda uno sforzo maggiore, come per esempio il parcheggio, rispetto ai grandi centri commerciali. Questa è una prima difficoltà. Un cliente deve proprio sceglierti per venire nel centro e quindi deve essere fidelizzato. Per fortuna siamo in un paese dove ancora la vita notturna si concentra nei centri storici e quindi in qualche modo ci salviamo.
- Tassazione spesso alle stelle che sta mettendo in ginocchio le attività: come superare questa situazione?
Dobbiamo ammettere che ultimamente qualcosa è stato fatto dal Governo, apprezzata, ma evidentemente non basta perché comunque dobbiamo sempre affrontare una tassazione elevata; non da meno è l’aspetto contributivo. Dopo tutti questi anni difficili, rimettersi in carreggiata dai problemi pregressi non è facile e talvolta occorre ripartire da zero. Dobbiamo dire, però, che anche le banche non si stanno comportando poi così bene: i costi nei servizi aumentano sempre di più, c’è una riduzione del personale che di conseguenza dovrebbe portare anche un risparmio a loro nei costi. Anziché venire incontro alle varie attività, alzano i costi e questo non va proprio bene.
- Quindi con una riduzione delle imposte, un’attività come la vostra potrebbe pensare anche di assumere giovani?
Quello sicuramente. Perché se l’imprenditore ha meno pensieri e in primis sono quelli di rispettare gli impegni con lo Stato, poi può permettersi anche di dedicare più tempo a se stesso e quindi trovare gente che possa lavorare per lui. Anche in questo momento così particolare non è facile: l’offerta ci sarebbe anche, seppure quello che manca e la risposta ed in particolarità la serietà.
- Non da meno sono i costi per far fronte il caro bollette, quindi?
E probabilmente non è finita qua perché da quello che si sente dire è prevista una nuova impennata per l’inverno: aspetto che abbiamo già dovuto affrontare in passato. Ci troviamo costretti, quindi, ad ammortizzare da soli i costi poiché non è possibile rimbalzarli sempre nel cliente poiché il rischio di non lavorare è troppo alto. Ma per quanto possiamo andare avanti? Una attività come la nostra ha frigo e congelatori, per esempio, accesi H24 e rispetto a pochi anni fa c’è stato un aumento davvero molto consistente.
- Nel vostro mondo, quello del bar, dal 1° ottobre c’è un nuovo aumento: quello del caffè. Come far fronte a questo rincaro?
Come se non bastasse! Ci siamo confrontati con gli altri colleghi e abbiamo deciso, almeno in questo momento, di mantenere il costo inalterato seppure non sappiamo per quanto. In un piccolo centro come il nostro il prezzo medio della tazzina è di 1,20 euro, mentre già in una città come può essere Arezzo parliamo di qualche centesimo in più.
- La pandemia non ha sicuramente aiutato le attività, ma voi in quel periodo siete andati un po’ in controtendenza con un locale
completamente rinnovato: scelta giusta investire in quel momento?
Siamo contenti di quello che abbiamo fatto e lo rifaremmo anche adesso. Però, nonostante siano passati appena tre anni, era una situazione economica diversa rispetto a quella di oggi. Dal punto di vista dei rapporti con le società per l’energia, le banche oppure i semplici costi delle materie prime.
- Ci dica la verità: oggi conviene ancora investire nel centro storico? Per quale motivo?
Sì, assolutamente seppure occorre avere un’idea molto chiara di quello che poi si vuole andare a proporre e fare. Non tutto funziona nel centro storico e lo abbiamo visto anche di recente: ogni attività deve poi essere calata nel giusto contesto e l’importante è cercare di differenziarsi il più possibile dalla concorrenza.
- In conclusione come lo Stato o le amministrazioni locali devono venire in aiuto alle attività dei centri storico?
La maggiore responsabilità la dobbiamo dare al Governo e non a un’amministrazione locale che ha un po’ le mani legate sotto molti punti di vista. Ci sono numerosi esempi di cittadine come Sansepolcro che investono in decoro urbano e manifestazioni di qualità, ma che al tempo stesso sono riuscite a costruire spazi e un equilibrio tra la buona vita dei residenti e il movimento sia dal punto di vista sociale che commerciale. Il Governo centrale, al dì la di tutti i discorsi, deve venire incontro alle amministrazioni locali così da raggiungere gli obiettivi e rivitalizzare i centri storici.
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