Una comunità di monaci ospiti nel territorio di Sestino

Accompagnati da Monsignor Dallara hanno potuto ammirare la bellezza del territorio
I percorsi spirituali hanno tappe varie e la loro pedagogia ha altrettanti strumenti variegati. Così si interpreta anche il viaggio della “Fraternita della Santa Speranza” giunta a Sestino e guidata da Monsignor Giovacchino Dallara, loro padre spirituale. Accolti dal parroco don Absalom e da membri delle comunità parrocchiali locali, hanno visitato il borgo antico di Monterone e la straordinaria chiesa, al centro del castello, restaurata di recente e che conserva opere di particolare pregio artistico e storico, come il quadro dell’Assunta di P.Mascagni e l’organo dei Fratelli Fedeli di Camerino (1754).
Successivamente i monaci a Sestino hanno visitato l’antica Pieve di San Pancrazio e si sono immersi nella storia - spirituale e artistica - di una Pieve, che per secoli è stata “officina” di numerose vocazioni, di teologi e benefattori verso le varie comunità. Attualmente la situazione organizzativa - e le attività per i giovani, con i campi estivi - sono emerse nella conversazione con il parroco don Abshalom, arrivato a Sestino lo scorso mese di dicembre.
Ma la storia “cristiana” di Sestino, con una comunità del “municipium” romano- ascritto alla VI Regio, l’Umbria - che ancora nel 385 d.C. innalzava un monumento al “Dio Romolo” - mentre ricorda anche le attenzioni della chiesa attuale verso un possibile ritorno al paganesimo moderno - desta ammirazione per la documentazione conservata e la testimonianza visiva che il cristianesimo – con al centro l’attuale Pieve di San Pancrazio - sono sorti sulle strutture politico-amministrative del “municipium” sestinate; cioè, sopra il palazzo del governo: la Curia. La visita alla antica cripta, in stile ravennate, ha aggiunto curiosità per la storia locale e quella ampia dell’Appennino e del Montefeltro.
I monaci della Confraternita e Monsignor Giovacchino Dallara hanno ammirato, nel silenzio di queste strutture create dalla fede delle popolazioni, l’interesse della parrocchia locale per mantenere le numerose testimonianze di quello che poi è diventato una piccola diocesi montana, come “Nullius diocesis”, avendo appreso con entusiasmo un finanziamento apposito ottenuto dalla odierna diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, come comunicato dal vescovo Monsignor Andrea Migliavacca.
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