Arezzo, sequestrati oltre 11 mila prodotti contraffatti e denunciate due persone

Operazione della Guardia di Finanza all'interno di aziende orafe
Le forze dell’ordine del Comando Provinciale di Arezzo hanno recentemente intensificato le attività di controllo per contrastare l’illegale produzione e commercializzazione di prodotti contraffatti, mirando a proteggere i diritti della proprietà industriale. In due distinti interventi presso imprese localizzate ad Arezzo, specializzate nella produzione di accessori in metallo per articoli di pelletteria, sono stati rinvenuti e sequestrati oltre 11 mila prodotti contraffatti.
Nel primo controllo, condotto presso un’azienda gestita da un individuo di origini pakistane, i militari hanno scoperto diversi operai impegnati nel montaggio e nella lavorazione di articoli in metallo, riportanti loghi di note case di moda nazionali e internazionali. Tuttavia, il titolare non è stato in grado di fornire alcuna documentazione che legittimasse la detenzione della merce, portando al sequestro della stessa.
In un secondo intervento, presso un’altra impresa gestita da un individuo di etnia cinese, sono state trovate numerose scatole contenenti accessori in metallo per borse e cinture, riconducibili ai marchi delle case di moda, prive di autorizzazione.
Complessivamente, le Fiamme Gialle di Arezzo hanno sequestrato 11.587 prodotti contraffatti e segnalato i titolari delle imprese alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Arezzo per le ipotesi di reato di contraffazione.
La Guardia di Finanza ha sottolineato che la lotta alla contraffazione è una delle sue priorità, in quanto danneggia non solo i diritti dei titolari dei marchi, ma compromette anche il corretto funzionamento del mercato. A breve termine, si assiste a una diminuzione delle vendite e dei profitti, con conseguente contrazione dell’occupazione, mentre a lungo termine il marchio stesso rischia di perdere potere a causa della concorrenza sleale.
Si precisa che i procedimenti sono ancora in fase di indagini preliminari e che gli indagati godono della presunzione di innocenza fino a una pronuncia irrevocabile di condanna.
Commenta per primo.