Omicidio di Guerrina Piscaglia a Badia Tedalda: chiesti dai parenti risarcimenti milionari

Va avanti la causa contro la Diocesi di Arezzo Cortona Sansepolcro e i frati Premostratensi
La triste vicenda della morte di Guerrina Piscaglia a Badia Tedalda, per cui è stato condannato a 25 anni di carcere il parroco d Cà Raffaello Gratien Alabi, “regala” ancora “colpi di scena”. Va avanti infatti anche la seconda causa contro Diocesi di Arezzo Cortona Sansepolcro e frati Premostratensi volta ad ottenere il risarcimento danni da un milione. Rigettate dal giudice Fabrizio Pieschi tutte le eccezioni dei legali della Chiesa e dell'Ordine religioso contro l'azione promossa dalla famiglia Alessandrini, il marito e il figlio della donna uccisa (corpo mai ritrovato) da padre Gratien rinchiuso a nel carcere di Rebibbia. Secondo il giudice ci sono i presupposti per tenere viva la causa, che non ha precedenti al mondo. Prossima udienza il 9 gennaio 2024. Gli avvocati Nicola Detti e Francesca Faggiotto dovranno presentare le memorie istruttorie. Secondo i legali della famiglia, Diocesi e Ordine dei frati devono pagare in quanto responsabili civili per le condotte di padre Graziano, che era ministro della Chiesa quando uccise la parrocchiana invaghita di lui per evitare uno scandalo. Analoga azione è in piedi sempre al tribunale di Arezzo, e sempre per un milione di euro, intentata dalla famiglia Piscaglia (sorelle e nipoti di Guerrina) con prossima udienza il 16 novembre quando la causa entrerà nel vivo con l'audizione, come testimoni, delle parenti della donna originaria di Novafeltria che sparì nel paese del comune di Badia Tedalda dopo essersi recata alla canonica ad un incontro col prete. Omicidio e distruzione di cadavere, secondo la sentenza definitiva.
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