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Premio Pieve: oggi la proclamazione del vincitore della 39esima edizione

E dapprima la consegna del premio Città del Diario al giornalista Ezio Mauro

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Ultimo atto, il più atteso, al Premio Pieve: la proclamazione dell’elaborato vincitore della 39esima edizione, preceduta dalla consegna del riconoscimento al giornalista Ezio Mauro. Alle 9.30 di stamani, la commissione di lettura coordinata dalla direttrice Natalia Cangi incontrerà i diaristi della lista d’onore, sette autori di testi degni di nota ma non entrati in finale. Nel corso della mattinata saranno inoltre consegnati i Premi speciali per il miglior manoscritto originale - attribuito all’epistolario “Mosaico d’amore di fine ‘800” (1895-1900) di Luigi Sandulli e Antonetta Tranfaglia - e Giuseppe Bartolomei - attribuito alla memoria “Papà, la bandiera!” (1911-1952) di Piero Modigliani. Alle 16 sarà finalmente il momento del Premio Città del Diario, quest’anno attribuito al giornalista Ezio Mauro, per “la passione per la storia, la scelta del metodo giornalistico come schema privilegiato di indagine e racconto, l’attenzione sempre rivolta ai veri protagonisti dell’età contemporanea: gli uomini, le donne, le “masse” che hanno animato, spesso subito, le grandi guerre e le ondate migratorie, le metamorfosi della politica, i progressi e i rovesci della società e dell’economia”. Al termine, spazio agli otto racconti autobiografici finalisti, con manifestazione conclusiva condotta da Guido Barbieri. Un affresco esclusivo ed efficace della Storia d’Italia nella rosa degli aspiranti di quest’anno. Si comincia “Col nome della Patria sulle labbra”, la storia di Vincenzo Calzia, 18enne quando nel 1914 attende la chiamata alle armi che lo porterà al fronte in Carnia, dove scoprirà gli orrori della trincea; ci sono poi Vittoria ed Edoardo (“Più scriverai più ti voglio bene”), giovani sposi liguri che prendono in gestione un negozio di alimentari, ma spese, tasse e debiti costringono lui a imbarcarsi su una petroliera svedese che lo condurrà in mezzo mondo. Lino (“La caduta e la ripresa”) è invece un avvocato che racconta nel suo diario la caduta e la ripresa: sette anni vissuti nelle strutture psichiatriche per curare un disturbo borderline e a salvarlo sarà la scrittura. Ada Maestrale (“Il nostro Messico”) ricorda un viaggio del 1979 in Messico, Guatemala e Belize con le amiche Rosa e Rina. Ancora: Ettore Piccinini (“Quando saremo di nuovo uomini”), sottufficiale del Regio Esercito, è deportato nei campi di lavoro del Reich dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943. Anche Maria Anna Rold (“La via della vita”) è giovanissima, appena 18enne, quando parte per la Germania in cerca di lavoro. I muri di Milano sono tappezzati di manifesti propagandistici che promettono lavoro facile, sicuro e ben retribuito. Paola Tellaroli (“Tutta la polvere del mondo in faccia”) affida alla sua memoria la dolorosa esperienza di una malattia che l’ha colta di sorpresa giovanissima, a soli 30 anni. Infine, l’autobiografia di Solange Van Ingen ha un titolo parlante, Diario di una borderline. Solange (“Diario di una bordeline”) affida alla pagina scritta i ricordi della sua adozione in una famiglia che l’ha accettata e le ha voluto bene.

 

 

 

Redazione
© Riproduzione riservata
17/09/2023 06:24:39


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