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Torino il giorno dopo, la conta dei danni: vetrine distrutte e negozi devastati

Nessun arresto. Crosetto: “Vandali, vanno puniti”

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«Hanno sfasciato tutto». Ma chi? «Gli anarchici. Ieri, in corteo». Torino conta i danni. E nel centro città non si parla d’altro. Da corso Siccardi a porta Palazzo è una sequenza interminabile di vetrate infrante e negozi devastati e scritte sui muri e sull’obelisco di piazza Savoia. «Be save. Live dangerously. No cpr, No galere», «No al 41bis», «Alfredo libero», «Ricchi di merda». Ecco la rabbia anarchica riassunta negli slogan. Che spiegano tutto, o quasi. Mille anarchici in strada per chiedere che il compagno Alfredo Cospito, recluso in regime di carcere duro e in sciopero della fame da oltre 140 giorni, venga liberato. Per contestare il sistema carcerario, le istituzioni e tutto ciò che è simbolo di ricchezza e capitalismo. A partire dalla Reale Mutua, ieri colpita a martellate, sfregiata con scritte «Stato assassino», e oggi “incerottata” con ponteggi e nastri di sicurezza. «Guardi, guardi che roba! Li ho visti passare da casa mia. Hanno divelto i segnali stradali e li hanno usati per spaccare tutto». Distrutti i negozi. Quelli più eleganti, con vetrine luccicanti e paillettes. Primadonna, Roncato, per citarne alcuni. «Sono arrivati intorno alle 19 ed è successo tutto nel giro di pochi minuti - racconta Stefano Terrani, del rinomato negozio di borse - La polizia ci ha consigliato di spegnere le luci e chiudere tutto. Ma non abbiamo serrande. Hanno lanciato un tombino, le vetrine scoppiavano, c’erano vetri ovunque. Noi ci siamo chiusi in bagno. L’importante è che stiamo tutti bene, ma sì. Ieri abbiamo avuto paura». Roncato oggi riaprirà, giusto il tempo di pulire. Altri resteranno chiusi diversi giorni. Colpito Rochebobois, elegante negozio di arredamento, e Babele, Spazio polifunzionale dedicato all’arte e al design. Sui marciapiedi si pulisce, si raccolgono i sanpietrini, si spazza per togliere i vetri. Il sagrato della chiesa della Consolata deturpato con una bestemmia. Qualcuno, in risposta, a coprire quella frase infame, ha posto dei fiori. Della filiale di Intesa San Paolo a Porta Palazzo resta poco o nulla: vetrate infrante, sportelli bancomat incendiati. «Lotta alle banche, lotta al capitalismo». I proprietari delle macchine prese di mira ieri sera non nascondono lo sconforto. «Saranno 15 mila euro di danni», dice Antonio. Di ritorno, dopo la denuncia in questura. La sua Audi TT parcheggiata vicino alla Consolata è completamente distrutta. Presa a pietrate. «Non devo dare conto dei soldi che ho in tasca. Ce l’hanno con i ricchi. Ma quali ricchi? La gente si fa in quattro per trent’anni per comprarsi un sedile». Antonio e la compagna abitano lì dietro. «Da casa sentivamo il casino. Quando abbiamo letto quello che stava accadendo abbiamo temuto per la nostra macchina e così è stato». Gli anarchici, questa manifestazione, la preparavano da mesi. «Per Alfredo», hanno urlato. «Alfredo chi?», si chiede la maggior parte dei torinesi. E quelli più informati aggiungono: «Qualunque motivazione tu abbia di manifestare e protestare, non te la prendi con la gente che lavora e non ne può niente. Sono solo dei delinquenti». Dicono così dalle parti di piazza Savoia. Il bilancio è di 7 negozi sfasciati e 20 macchine distrutte. Gli agenti della Digos stanno analizzando i filmati delle telecamere di sorveglianza e della polizia scientifica per risalire ai responsabili.

Le indagini
Proseguono le indagini e prosegue il dibattito politico. Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ringrazia «il personale delle forze di polizia che hanno gestito con grande equilibrio e professionalita' i momenti di tensione». E il ministro Guido Crosetto chiede la linea del massimo rigore al governo: «Vandali delinquenti, sedicenti anarchici, ieri hanno portato la guerriglia urbana a Torino. Hanno distrutto negozi, imbrattato muri, usato violenza su persone e cose, attaccato le forze dell'ordine. Con questa gente non si tratta. Vanno bloccati, giudicati e puniti». Sono 37 i denunciati per possesso di materiale atto ad offendere, ma per ora nessuno è finito in carcere.

Notizia e foto tratte da La Stampa
© Riproduzione riservata
05/03/2023 17:29:59


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