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Barcellona invasa dai cinghiali: cercano cibo

Non hanno paura dell’uomo, ma stanno diventando troppo pericolosi

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“Barcellona è invasa dai cinghiali”. Titola così la Bbc mentre sui giornali spagnoli viene pubblicata la foto di un uomo, il cacciatore Valentin Sainz, in posa con un esemplare di 140 chili abbattuto e ricoperto di sangue e altri esemplari più piccoli messi in fila accanto a lui. «Un cinghiale mostruoso», scrivono i media spagnoli, ricordando che l’ungulato aveva seminato il panico sulla spiaggia di Faro de Vilanova e qualche giorno fa aveva ferito due cani. Di qui la decisione delle autorità locali di permettere la caccia al cinghiale gigante. Obiettivo raggiunto da Sainz dopo due notte di posta, durante le quali ha ucciso altri quattro cinghiali di taglia media.

Nei giorni scorsi anche la cantante Shakira, che vive a Barcellona, ha denunciato di essere stata vittima da un cinghiale in un parco: la cantante ha raccontato di essersi seduta su una panchina con il figlio per mangiare un gelato e due cinghiali le sono spuntati alle spalle e le hanno portato via la borsa.

Secondo Jorge R. López, veterinario de los Servicios de Ecopatología de la Fauna Salvaje de la Universidad Autónoma de Barcelona, a rendere più grave la situazione ci sono due problemi: le estati secche, come quella che si è conclusa (la quarta con meno precipitazioni in un secolo), perché mancano ghiande e cinghiali. Mentre l’altro problema è legato alla mancanza di paura dell’uomo da parte dei cinghiali: molti video diffusi in rete sono stati realizzati a pochi metri dagli animali e, nonostante l’elevata vicinanza, questi non hanno ritenuto l’uomo come un pericolo e hanno continuano a frugare di cestino in cestino dell’immondizia.

L’aumento degli incontri tra la popolazione locale e i cinghiali sta spingendo le autorità a valutare le misure da adottare per tenere sotto controllo la loro proliferazione. Le associazioni animaliste non sono ovviamente d’accordo con le soluzioni drastiche, ma le soluzioni alternative provate in passato non hanno funzionato: nel 2018 il commissario per l'Ecologia, Frederic Ximeno, ha annunciato che era allo studio un vaccino contraccettivo per sterilizzarli,, ma tre anni dopo il sistema si è dimostrato inefficace e il milione di euro all’anno che dovrebbe essere investito per fornire il vaccino a oltre il 70 per cento delle femmine rende per il momento irrealizzabile la sua approvazione.

Notizia e foto tratte da La Stampa
© Riproduzione riservata
22/11/2021 13:51:56


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