Conte al vertice con Grillo per decidere sul futuro del M5S
Ci sono anche Di Maio, Fico, Crimi, Taverna, Patuanelli, Fraccaro e Bonafede
Il ruolo di Conte e il futuro del M5S sono i due argomenti al centro del ristrettissimo vertice dei big pentastellati con il fondatore e Garante, Beppe Grillo, in corso dalle 11.30 di questa mattina. Un conclave che si sarebbe dovuto tenere a Marina di Bibbona nella villa di Grillo ma che al momento ancora non si sa dove stia avendo luogo. Una location top secret per evitare l'assalto dei giornalisti e fughe di indiscrezioni. All'incontro partecipano, oltre all'ex premier Conte, anche il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, il presidente della Camera Roberto Fico, il capo poltiico reggente Vito Crimi, il ministro delle politiche agricole Stefano Patuanelli, Alfonso Bonafede e Roberto Fraccaro.
Al summit saranno maturate le fondamenta del Movimento e si tenterà di dare al partito una nuova guida dopo le ultime defezioni (tra cui quella di Di Battista) e le espulsioni dei dissidenti alla Camera e al Senato. In molti, a partire da Grillo, pensano che l'ex premier Giuseppe Conte sia il nome più giusto per guidare il Movimento e per conferirgli un incarico i pentastellati potrebbero decidere di cambiare il loro statuto.
Un capo unico, sulla falsariga del ruolo esercitato da Luigi Di Maio prima e Vito Crimi poi, nei panni del reggente. Sarebbe questo, a quanto apprende l'Adnkronos, il ruolo che Beppe Grillo vorrebbe affidare all'ex premier Giuseppe Conte. Con un mandato a termine, da poi rimettere al voto della base. Nel summit in corso alcuni potrebbero aver sollevato la necessità di affiancare al ruolo politico uno o due vice, per non centralizzare troppo il “potere” nella mani di un'unica persona. Non solo. Altri, tra questi Crimi, dov'è sottolineato la necessità di non ignorare il voto della base, che ha indicato la strada di una “governance” a 5 al posto del capo politico, votando la modifica dello statuto in tal senso.
Uno dei possibili compromessi, potrebbe essere quello di trasformare il cosiddetto comitato direttivo in una sorta di “segreteria politica”, da affiancare a Conte, ammesso che l'ex premier decida di intestarsi la guida del Movimento. Ma i timori di Grillo, raccontano alcuni beninformati, è che Conte finisca per uscirne “depotenziato”, e il Movimento con lui.
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