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Francia, il menù vegetariano nelle scuole di Lione fa scoppiare una bufera

“Scelta ideologica” della quale è accusato il sindaco ambientalista

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A Lione nelle mense scolastiche viene servito un menù unico senza carne: una novità che non è passata inosservata ed è diventata oggetto di accese critiche da parte dell'opposizione e del governo che accusano il sindaco ambientalista Gre'gory Doucet di voler "imporre un'ideologia scandalosa". A qualificare in questi termini i pasti vegetariani sul tavolo degli alunni di Lione è stato il ministro dell'Interno, Ge'rald Darmanin, che in tweet ha duramente attaccato la scelta del comune del capoluogo della regione Rodano-Alpi (Sud-Est). «E' un insulto inaccettabile agli agricoltori e ai macellai francesi. Spesso molti dei bambini hanno solo la mensa per mangiare carne» ha argomentato Darmanin, bollando la decisione dell'amministrazione comunale come frutto di una «politica moralista ed elitaria», tesa secondo lui ad «escludere le classi popolari dalle mense scolastiche».

In realtà, ha replicato il Comune di Lione, si tratta di una scelta direttamente collegata alle restrizioni sanitarie per la pandemia di Covid-19, oltre al fatto che l'attuale sindaco Doucet non ha fatto altro che riconfermare un provvedimento varato nel 2020 dal suo predecessore, Ge'rard Collomb, esponente del partito del presidente Emmanuel Macron, La Re'publique en marche.

Per la precisione, il passaggio ad un menù unico per le mense scolastiche è stato deciso dall'allora sindaco Collomb alla fine del lockdown nazionale, nel maggio 2020, unico modo secondo lui per riuscire a distribuire i 29 mila pranzi nelle scuole elementari della città. Prima della pandemia di Covid-19, a Lione gli alunni potevano scegliere tra tre antipasti e due piatti principali, uno a base di pesce e l'altro di carne.

La metà degli alunni delle scuole elementari non sceglieva mai la carne, per una questione di gusti o religiosa. Così l'amministrazione comunale, consultandosi con dei nutrizionisti, ha optato per un piatto unico contenente proteine animali, ma a base di pesce e uova, proprio per soddisfare il fabbisogno alimentare dei bambini. Il distanziamento a mensa prevede che ci siano tra gli alunni ci siano 2 metri, anche con gli insegnanti, pertanto il tempo passato a mangiare è più difficile da gestire e non consente di proporre due piatti ma bensi' uno solo, scelto tra le pietanze più gradite.

«Assicuriamo un pasto caldo a tutti i bambi, nel rispetto delle norme sanitarie, ed alcuni esponenti del governo ci accusano di essere elitari. E' il mondo capovolto» ha reagito la vice sindaca Ste'phanie Le'ger. «Sono novizia in politica, ma trovo che caricare il gioco dei politici sulle spalle dei bambini sia molto disonesto» ha aggiunto la vice del sindaco ambientalista Doucet, che da luglio 2020 governa con un'alleanza di sinistra.

Notizia e foto tratte da La Stampa
© Riproduzione riservata
25/02/2021 05:05:33


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