Economia L'Esperto

Prelevate per i regali di Natale? Occhio a queste somme in contanti

Tutto quello che c'è da sapere sui prelievi in contanti dai propri conti correnti

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Il Natale si avvicina e, nonostante la pandemia e le varie restrizioni, molti italiani stanno iniziando a stilare la lista dei regali da fare ai propri cari.

D'altronde è questo il periodo dell'anno in cui le persone spendono di più, ed è plausibile che i cittadini scelgano di effettuare massicci prelievi dai rispettivi istituti di credito per avere contanti a disposizione. A proposito di prelievi: che cosa dice la legge? È possibile ritirare quanto denaro in contante vogliamo o dobbiamo rispettare certi limiti? Che cosa si rischia?

Prelevare dal proprio conto

Partiamo dal presupposto fondamentale: in Italia il prelievo di denaro dal proprio conto, senza trasferimento a terzi, non costituisce alcuna violazione delle norme in materia. In teoria è possibile chiudere i rapporti con un istituto e ritirare tutto il denaro. Ci sono tuttavia due aspetti da considerare. Primo: non esiste un limite al prelievo ma ne esiste uno inerente all'utilizzo del contante. Il dl n.124 del 2019, infatti, ha ridotto il suddetto limite a 2mila euro, con sanzioni comprese tra i 2mila e i 50mila euro per i trasgressori. Chi vorrà effettuare superare questa soglia potrà farlo usando metodi di pagamento tracciabili.

Il secondo aspetto riguarda tutta una serie di controlli che scatta nel caso in cui si verifichino prelievi di ingenti somme. Al fine di combattere pratiche illecite, come l'evasione fiscale e il riciclaggio, a fronte di prelievi che superino i 10mila euro, la banca inoltra una segnalazione all'Uif (Unità d'informazione finanziaria). Qualora un correntista decidesse di effettuare dieci prelievi da mille euro ciascuno, andrebbe comunque incontro a un accertamento dell'Agenzia delle Entrate e a un possibile controllo diretto della Procura. Il messaggio è chiaro: il denaro in contanti può essere prelevato per essere impiegato in spese di importi ridotti.

Limiti e controlli

Altro punto da sottolineare: ci sono da considerare gli eventuali limiti ai prelievi imposti dai singoli istituti. Le banche, come detto, sono chiamate a segnalare operazioni "sospette". Alcuni esempi: operazioni bancarie pari o superiori ai 10mila euro oppure prelievi in forma frazionata che superino i mille euro. È dunque consigliabile compiere prelievi in banca che restino nell'alveo dei mille euro, e usare modalità tracciabili per transazioni che oltrepassino la suddetta soglia. L'Agenzia delle Entrate, inoltre, può far valere a carico di aziende la "presunzione di evasione" nel caso di operazioni in contanti, tra cui prelievi, superiori ai mille euro quotidiani o ai 5mila mensili.

Per quanto riguarda i controlli fiscali sui contanti prelevati dal corrente, è importante distinguere se il correntista sia disoccupato, lavoratore, pensionato o imprenditore. Nel primo caso, la categoria non è soggetta a particolari controlli. Prelevando però importi consistenti è importante non spenderli in beni di lusso se il denaro discosta dalla dichiarazione dei redditi. In casi simili è opportuno usare strumenti tracciabili per avere la prova qualora dovesse verificarsi un accertamento fiscale Discorso diverso per gli imprenditori, chiamati a giustificare l'uso del denaro e conservare le prove per i movimenti del conto aziendale.

Notizia tratta da ilgiornale.it
© Riproduzione riservata
25/11/2020 18:48:05


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