Niente di fatto per il castello di Battifolle: salta l'asta in extremis

Il proprietario, noto imprenditore aretino, ha raggiunto l'accordo con un istituto di credito
Colpo di scena per Castel Pugliese, il castello di Battifolle, luogo carico di storia ed ex dimora del grande Totò. Era tutto pronto per l’asta del 23 ottobre con l’antico edificio al miglior offerente e offerte a partire da due milioni e mezzo. Nulla di fatto. La società proprietaria del castello che fa capo ad un imprenditore di Arezzo degli accessori per la moda, ha raggiunto l’accordo con la banca scongiurando l’asta. La controversia economica tra le parti - proprietà e istituto di credito - è stata composta con una intesa ritenuta soddisfacente. Immediatamente l’asta è stata sospesa e quando tutti gli adempimenti saranno formalizzati, sparirà definitivamente dal bollettino delle vendite giudiziarie. C’erano già alcune manifestazioni di interesse molto interessanti. Non è detto però che il sogno dei pretendenti al castello svanisca del tutto. La proprietà di Castel Pugliese infatti potrà adesso valutare qual è la scelta migliore da fare: se procedere alla sistemazione definitiva della struttura per un utilizzo ricettivo e come location di evento oppure, appunto, se venderlo. Fiero in cima alla collina dove svetta da secoli, maestoso, il castello di Battifolle aspetta di poter vivere nuovi momenti di gloria dopo quelli del passato. Si trova vicino al casello autostradale dell'A1, ad una manciata di chilometri dalla città. L’asta doveva svolgersi lo scorso giugno, ma saltò il lockdown legato all’emergenza Coronavirus. Il dilatarsi dei tempi ha consentito ai proprietari di trovare punti di contatto e soluzioni per risolvere la controversia economica e mettere al sicuro il patrimonio. Una riconquista del castello, per usare termini adatti a manieri e fortilizi. Il prezzo era per pochi eletti: 2.505.000 euro la base d'asta con offerta minima 1.878.750. Le origini del castello affondano nel Medioevo, poi divenne dimora signorile. In origine fu importante fortilizio del contado aretino (famiglie Ubertini e Tarlati), grazie alla sua posizione di controllo su Valdarno Aretino e Valdichiana. Nel 1381 i fiorentini lo ampliarono apponendo la merlatura guelfa: il cassero svettava per controllare l'ingresso principale, rafforzato da un massiccio detto appunto battifolle. Da qui sono passate le truppe del duca di Milano Gian Galeazzo Visconti (1390) e di Niccolò Piccinino (1431). Dopo scontri tra aretini e fiorentini, nel ‘500 passò ai nobili Pugliesi di Prato (Castel Pugliese), nel ‘700 ai Buonaccorsi e nell'800 ai Principi Borghese. Ne è stato proprietario e vi ha soggiornato negli anni ‘60, Antonio De Curtis, ovvero Totò. Caduto in abbandono, è stato restaurato dagli attuali proprietari. Un gioiello architettonico, di gran fascino, cui manca il tocco finale. E un piano di rilancio.
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