Imprenditore morto in Croazia, sullʼimbarcazione montato un generatore proibito
Migliorano le condizioni di salute della moglie e dei figli della vittima
“Nelle cabine c’era un odore terribile, abbiamo avuto la nausea, poi la drammatica scoperta in bagno: mio marito era morto”. Sono le parole della moglie di Eugenio Vinci, l’imprenditore morto in Croazia lo scorso 13 agosto. La procura di Spalato ha confermato che sull’imbarcazione era stato montato un generatore a benzina non a norma di legge. Le prime indagini avevano ipotizzato un'intossicazione alimentare.
Intossicato dal monossido di carbonio - Sul caicco noleggiato dalla famiglia dell’imprenditore era presente un generatore a benzina, adatto solamente agli spazi aperti. L’armatore lo aveva installato nella sala macchine per risparmiare dopo la rottura di quello originale. Il proprietario e lo skipper della barca, due uomini croati di 27 e 23 anni già in libertà provvisoria, dovranno rispondere di violazione delle norme di sicurezza a bordo.
La moglie e i figli: “Vogliamo giustizia” - Migliorano le condizioni della famiglia di Vinci: la moglie e i due figli di 5 e 14 anni stanno meglio dopo il ricovero in ospedale. Alla richiesta di giustizia per la morte dell’imprenditore si aggiungono le parole di Bruno Mancuso, sindaco di Sant’Agata di Militello, che si trovava in vacanza con Vinci e la sua famiglia: “Non abbiamo nessun desiderio di vendetta ma speriamo che la giustizia croata faccia il suo corso e possa alla fine dare una giusta condanna a chi si è macchiato di questo delitto”.
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