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Otto giovani su dieci andranno a votare. “È un dovere civico”
Indagine sui neo-maggiorenni alla vigilia delle elezioni europee
Sono critici verso un’Europa in cui l’Italia conti poco e da cui si aspettano un impegno attivo sulla questione dei migranti; auspicano un cambiamento e per questo andranno a votare in massa il prossimo 26 maggio. Sono influenzati da Greta Thunberg e dalle sue battaglie ambientali e vogliono dare il via a una nuova stagione di impegno e partecipazione. Sono i neo maggiorenni, nel settimo rapporto dell’Osservatorio «Generazione Proteo» della Link Campus University, che quest’anno ha intervistato circa 10mila studenti italiani. L’80% di loro si recherà alle urne, perché «votare costituisce un dovere civico», afferma il 76,6% degli intervistati.
In generale hanno un’idea positiva dell’Unione Europea: il 21% la considera una potenza internazionale e il 18,9% una forza garante della sicurezza in caso di conflitti. Ma hanno ben chiare anche le criticità: viene vista come una confederazione in cui tutti gli Stati non hanno lo stesso peso (25,3%), a cominciare dall’Italia, che gli intervistati giudicano «per nulla» (9,3%) o «poco» (50,1%) influente. È inoltre diffusa l’opinione di una incapacità di gestione dell’immigrazione (20,3%). Quanto alla politica di chiusura dei porti viene ritenuto un gesto indegno di un Paese democratico dal 22,1%, ma un intervistato su 4 rimarca il compito imprescindibile dell’Europa su una problematica complessa (37,6%).
La ricerca ha anche sondato le opinioni su una ipotetica `Italexit´. Solo in pochi la vorrebbero. L’80% circa voterebbe infatti `no´ a un referendum per l’uscita dall’Ue, mentre è meno netto il giudizio sull’uscita dall’Euro, preferita da 1 studente su 3 (34,8%).
I giovani italiani plaudono inoltre all’iniziativa di Greta, contro il cambiamento climatico e cui si riconosce il merito di aver portato all’attenzione del dibattito pubblico un tema così importante (40,5%) e di aver sollecitato l’impegno personale di altre persone seguendo il suo esempio (12,5%). Ciononostante, 1 giovane 4 circa ritiene che la sua attività, seppur meritevole, non riuscirà a cambiare le cose e produrre effetti concreti e immediati (26,4%).
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