Carlo e Gabriella, una vita al servizio del prossimo: da professionisti prima, da volontari poi

Originari di Firenze, avevano lavorato all'ospedale di Sansepolcro: lui medico, lei infermiera
Erano arrivati da Firenze in Valtiberina nei primi anni ’70, Carlo Spini e la moglie Gabriella Viciani, che inizialmente risiedevano a Pieve Santo Stefano. Qui il dottor Vincenzo Baccinelli aveva aperto l’ambulatorio di fisioterapia all’interno del locale ospedale, nel quale il dottor Spini aveva iniziato la carriera medica; poi, con l’entrata in attività del nuovo ospedale di Sansepolcro, nel ’76 e la chiusura dei plessi di Anghiari e di Pieve Santo Stefano, si era trasferito nella città biturgense, gravitando professionalmente nel reparto di medicina ma con specializzazione in fisiatria e geriatria. È stato dei medici appartenenti alla “squadra” creata dal primario di allora, il professor Alessandro Panerai. La moglie Gabriella era stata invece caposala nella divisione di ginecologia, sempre dell’ospedale biturgense. Nel frattempo, si erano trasferiti a Sansepolcro anche con la residenza. Da dodici anni, il dottor Spini era in pensione e si era dedicato in esclusiva alle missioni umanitarie in Kenya, Tanzania e Malawi, come presidente dell’associazione Africa Tremila. Molti i progetti che seguivano, tra cui l'ospedale costruito in Zimbabwe e la possibilità di portare in Senegal le macchine agricole inutilizzate in Italia. La moglie Gabriella, pensionata anche lei, ha svolto attività catechistica nella parrocchia di San Paolo Apostolo; la loro parrocchia, dal momento che i due vivevano nel quartiere più a sud della città, subito dopo il ponte sul torrente Afra. Di entrambi si ricordano non soltanto la professionalità e l’umanità, ma l’educazione, la semplicità e la sobrietà che li accompagnavano in ogni circostanza. Persone sempre disponibili, che impiegavano il tempo per dedicarsi agli altri, al punto tale che il dottor Spini era ultimamente sempre più spesso in Africa. Quattro i figli: Andrea, Francesco, Marco ed Elisabetta e otto, in totale, i nipoti della sfortunata coppia divenuta oramai biturgense a tutti gli effetti. Alla famiglia Spini le condoglianze della nostra redazione.
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