La Cina accerchia Taiwan: "Terza guerra mondiale? Prepararsi"
Usa: "Siamo molto preoccupati"
Operazione Spada congiunta 2024, secondo atto. Per gli osservatori internazionali dovrebbe essere contraddistina dalla lettera B, perché l'Operazione A si era tenuta lo scorso maggio, con l'arrivo del nuovo presidente Lai Ching-te al potere nell'isola di Taiwan. Ma ora la Cina torna ad accerchiare l'isola contesa fra Pechino, che la considera suo territorio storico da annettere al resto dello Stato del Dragone, e gli Usa che da sempre sono vicini politicamente, economicamente e come testa di ponte del presidio in occidentale in quella zona del mondo, all'isola di Formosa. Nelle ultime ore l'esercito cinese ha risposto al discorso del presidente Lai in occasione della festa nazionale taiwanese, con un accerchiamento militare e nuove manovre dimostrative. Gli Usa si dicono "molto preoccupati" per quel che accade ma è un altro documento svelato di recente che dovrebbe far preoccupare il mondo.
"Un severo avvertimento"
Il governo di Pechino, di fatto una dittatura comunista dentro uno stato diventato turbocapitalista, parla di "severo avvertimento alle forze indipendentiste di Taiwan", con operazioni militari che si svolgono "nelle aree Nord, Sud ed Est dell'isola con l'obiettivo di provare le capacità operative congiunte". Il tutto, affidato a "pattuglie pronte al combattimento, blocco di aree chiave come i porti, assalto a obiettivi di terra e di mare fino alla conquista della superiorità globale". Sono nove, le aree attorno a Formosa-Taiwan in cui si svolgono le prove di forza militare cinese. Il governo di Taipei ha condannato il "comportamento provocatorio" di Pechino dicendosi pronto a schierare "forze adeguate" per la protezione della libertà e democrazia. Il tutto, nell'orbita del grande alleato americano. Che di suo, nelle parole del portavoce del Dipartimento di Stato americano, Matthew Miller, ha commentato le azioni cinesi come "ingiustificate e a rischio di escalation". Ma quel rischio è già stato messo in conto dalla Cina, come emerso dai contenuti di un documento eloquente.
"La Cina si prepari, la terza guerra mondiale scoppierà Asia"
Qualche giorno fa ha fatto il giro del mondo il testo del professor Zheng Yongnian, autorevole geopolitico molto vicino al leader cinese Xi Jinping, dal titolo La terza guerra mondiale e la polveriera asiatica. Da cui emerge che la Cina deve prepararsi alla terza guerra mondiale. Nel saggio si legge tra l'altro: "Una nuova forma di guerra fredda è già iniziata tra le superpotenze. La domanda da porsi è: quale sarà il principale terreno di battaglia della terza guerra mondiale? Sotto ogni prospettiva, sarà l'Asia-Pacifico". Questo spiega la posizione defilata e prudente di Pechino sia circa i fatti drammatici che coinvolgono l'escalation militare fra Israele e gli Stati nemici attorno, sia la guerra che nessuno riesce a fermare fra la Russia e l'Ucraina invasa. Perché proprio l'Asia, perché Taiwan? Il testo di Zheng risponde: "Questa parte di mondo possiede tutti gli elementi suscettibili di scatenare una guerra mondiale. Possono essere riassunti in questo modo: interessi economici, più Stati Uniti, più una versione asiatica della Nato, più modernizzazione militare, più nazionalismo...gli Usa stanno diventando un significativo promotore della guerra in Asia".
Un nuovo ordine mondiale e Cina e Russia come suo baluardo
Una guerra che, nella visione di Pechino, Washington scatenerebbe per mettere a tacere i suoi problemi interni: "Nei tempi moderni, rivoluzione e guerra esterna sono state le due soluzioni maggiori ai problemi interni...la situazione in Asia si sta deteriorando rapidamente". Poi la chiosa: "La Cina è nell'occhio del ciclone...il nostro popolo capirà cosa sono i cambiamenti mai visti in un secolo (queste ultime parole sono una citazione di un discorso di Xi Jinping, ndr)". In pochissime parole: Cina come fortezza contro l'espansione americana, e quindi come centro di resistenza e risposta a chi, come la Russia (e ne ha parlato Putin di recente) non ne può più dell'onnipotenza americana e si prepara a costruire un nuovo ordine mondale.
Il presidente Usa Joe Biden, jet in volo su Taiwan e il leader cinese Xi Jinping (Ansa)
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