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Abruzzo alle urne: D'Amico sfida l'uscente Marsilio. Incognita astensionismo e spettro Sardegna

Oltre un milione e 200 mila ai seggi

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Dopo la vittoria della candidata del Campo largo in Sardegna, Alessandra Todde, i fari della politica sono puntati sull'Abruzzo dove si sfideranno il presidente della Regione uscente, Marco Marsilio, sostenuto dal Centrodestra (FdI, Lega, Forza Italia, Noi Moderati, UdC e Dc con Rotondi, più la civica Marsilio Presidente), e Luciano D'Amico, candidato del Campo largo (Pd+M5S+Avs con Democrazia Solidale e Psi), anzi larghissimo, perché esteso ad Azione di Calenda e +Europa, formazioni queste che in Sardegna appoggiavano le liste di Renato Soru. Un panorama di forze politiche di sinistra-centro più ampio dunque, nel quale si deve comprendere anche Italia Viva, nonostante il leader Matteo Renzi abbia tenuto a precisare che a lui il "campo largo" non interessa "perché si votano le persone", e la civica Abruzzo Insieme

Chi sono i due candidati

Due soli candidati, quindi, in una sfida che non potrebbe essere più netta. Marsilio è un ex parlamentare romano, militante di lungo corso di Fdi e molto vicino a Meloni. Vanta l'impegno nel Msi fin ai tempi del liceo. Ha 56 anni, laurea in Filosofia, una figlia, ed è di padre abruzzese, trasferitosi nella Capitale in giovane età in cerca di lavoro. E' un docente a contratto dell'Università telematica Link Campus ed è autore del saggio Razzismo. Un'origine illuminista, pubblicato per Vallecchi. Ordinario di Economia aziendale e ex Rettore all'Università degli Studi di Teramo è invece lo sfidante D'Amico, originario di Torricella Peligna (CH), indipendente di sinistra gravitante nell'orbita dei Dem. Attualmente ricopre l'incarico, in veste di economista, del risanamento delle aziende di trasporto pubblico regionale. Curiosità: il professore è Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.

Il sistema di voto con un turno secco

La destra-centro di governo ostenta per questa tornata un cauto ottimismo, confortato dal fatto che in Abruzzo la legge elettorale non consente il voto disgiunto che, stando alle analisi, ha punito proprio il candidato indicato da Fratelli d'Italia in Sardegna. Del resto, anche i sondaggi di metà febbraio segnavano Marsilio avanti di circa 5 punti, poi ristrettisi, secondo l'ultima rilevazione Winpoll prima del silenzio elettorale (15 giorni prima del voto ndr) ad appena un punto. Ma si sa che, anche in questo caso, l'incognita data dall'astensionismo - che nelle Regionali del 2019 arrivò al 47% - rende ogni previsione piuttosto fumosa. Meloni e tutti i leader della coalizione hanno fatto la loro comparsa a sostegno del candidato e proprio sul palco di Pescara la premier ha annunciato di essersi "messa l'elmetto", evocando complotti. "Fino alle Europee succederà di tutto", ha detto.

Campo largo per la prima volta tutto unito. L'obiettivo di Schlein e Conte e degli altri leader che sostengono D'Amico è invece duplice. Da un lato sedimentare un'alleanza che si sta definendo, in nome del mantra "uniti si vince", e dall'altro dare un'altra spallata alla presidente del Consiglio che già con la perdita della Sardegna ha incassato un primo stop&go nella corsa verso le Europee di giugno. Confermando che "il declino della maggioranza è iniziato". Alessandra Todde è in volo verso l'Abruzzo, già battuto a tappeto da Conte - qui il M5S viaggia intorno al 18-20% -, da Schlein e dagli altri leader di coalizione.

Quando si vota e come

Si vota in un giorno soltanto. Le urne apriranno domenica 10 marzo alle 7 e chiuderanno alle 23, mentre lo spoglio avverrà alla chiusura dei seggi e andrà avanti per tutta la notte. Si vota in 305 comuni mentre il totale degli aventi diritto al voto è pari a 1.208.276. Per poter esercitare il diritto di voto ci si dovrà recare al seggio con il certificato elettoale e un documento valido. Se il certificato fosse andato smarrito o esaurito, gli uffici del Comune resteranno aperti per consentire la consegna dei duplicati.

Lo si è già ricordato: non è consentito il voto disgiunto. L'espressione del voto è valida se si mette la croce solo sul candidato presidente, solo sulla lista (e in questo caso il voto si estende al presidente) o si esprime la preferenza a un candidato o candidata di una determinata lista. L'espressione in quest'ultimo caso si estende anche al governatore collegato. 

Diventa governatore chi ha ottenuto il 50 per cento più uno dei voti validi. La legge elettorale prevede che ogni lista per poter piazzare un eletto dovrà raggiungere almeno il 2% dei voti se è in coalizione, oppure il 4% se si presenta in solitaria. Al governaore che vince viene assegnato un premio di maggioranza. Nell'ultima tornata elettorale regionale, come detto, l'affluenza è stata del 53%. Cinque anni prima la percentuale fu del 61% (2014, vinse D'Alfonso del Cs) mentre nella tornata precedente divenne governatore Chiodi (Cd) con un'affluenza del 53%. 

Notizia e Foto tratte da Tiscali
© Riproduzione riservata
10/03/2024 09:44:19


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