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"Vicenda Dogre" a Città di Castello: tante domande, ma nessuna risposta

Campagni, Forza Italia: "Un continuo ed altalenante rimbalzo di responsabilità"

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Tante domande, nessuna riposta, un continuo ed altalenante rimbalzo di responsabilità volto a danneggiare esclusivamente ed inevitabilmente i cittadini.

È così che può essere sintetizzata la “vicenda Dogre”, che si si sta protraendo oramai da troppo tempo, nonostante le tre (!) commissioni congiunte convocate e la presenza, in alcune di queste, anche dei rappresentanti della stessa società.

Da molti mesi oramai si sono riscontrate forti criticità sul servizio stesso; la società Dogre, infatti, non ha mai fatto chiarezza sul sistema di accertamento per il pagamento del Canone Unico Patrimoniale, su quello sanzionatorio nonché sull'operatività dell'ufficio locale, quest'ultimo pesantemente ridimensionato a seguito del nuovo bando di gara occorso nell'anno 2023 con il quale è stato decurtato l'orario di lavoro dei dipendenti nella misura di 1/3; in tale frangente v'è anche da ricordare la circostanza per la quale il Comune ha applicato il decimo d'obbligo sul capitolato, impegnandosi per circa 60 mila euro.

L'aver vinto tale bando fa sorgere una automatica – sebbene doverosa – riflessione: perchè nel primo bando fu presentata un’offerta al rialzo mentre nell’ultimo Dogre ha, testuali parole dette in commissione, sfruttato la clausola sociale grazie al dettato sul capitolato del Comune?

In questo discutibile contesto gli attuali impiegati tifernati di Dogre sono stati obbligati a lavorare senza supporto e senza poter usufruire di una adeguata formazione considerando anche gli aggiornamenti sulla materia, dovendo ritrovarsi a fornire un servizio di front e back office con un orario limitato e dovendo, di conseguenza, gestire il malcontento e le moltissime contestazioni pervenute dai cittadini sulle sanzioni accertate da Dogre tramite personale terzo.

Dogre ha poi scaricato tutte le responsabilità sui due dipendenti degli uffici di Città di Castello, sia tramite nota pervenuta agli uffici comunali sia direttamente durante l'ultima commissione congiunta tenutasi lo scorso 25 gennaio.

Mi chiedo, giunti a questo punto, come si possa parlare di inefficienza dei propri dipendenti solo ora se dal 2018, con la presa in carico del servizio, la società vantava un evidente cambio di marcia in termini di riscossioni rispetto al precedente gestore.

Anche gli uffici comunali controllori del servizio, in questa situazione non sono stati chiari ed esaustivi; basti pensare che nell'ultima commissione è stata citata una relazione pervenuta da Dogre di cui i consiglieri addetti non erano nemmeno a conoscenza.

Servono risposte politiche – oltre che tecniche – su questa vicenda che sta assumendo contorni sempre più grigi e sfumati; un lassismo da parte del comune di cui si chiede e ci si aspetta una chiara presa di responsabilità.

Nel frattempo rimangono aleggianti molte domande e, d'altro canto, la certezza di molte sanzioni pervenute ai cittadini con le pedisseque contestazioni.

È giusto che i contribuenti paghino, ma solo quanto effettivamente da loro dovuto e che possano farlo essendo debitamente informati su quanto a loro richiesto.

Quanto detto dovrà valere anche per Dogre che non dovrà interpretare il regolamento secondo una sua soggettiva – e più favorevole – lettura ma limitarsi ad applicare le norme ivi contenute così come statuite.

Un modo di agire, questo, poco corretto che scontenta gli utenti e che mette in cattiva luce il Comune.

Redazione
© Riproduzione riservata
30/01/2024 10:20:42


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