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Economia aretina: i dati dell’Ires impongono riflessioni e un sostanziale cambio di passo

Bracciali: serve maggiore attenzione da parte della politica

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I dati pubblicati dall’Ires, l’istituto di ricerca macroeconomica della CGIL, forniscono in questa torrida estate elettorale il maggiore elemento a cui dovremmo rivolgere l’attenzione.

La foto scattata è piuttosto nitida: l’economia aretina, congiuntamente ma con maggiore intensità rispetto ad altri distretti, sta esaurendo la spinta propulsiva del ritorno alla normalità post pandemia, e le varie tensioni globali, dalla guerra russo-ucraina, all’emergenza climatica, alle difficoltà della catena logistica ed al rincaro di materie prime e semilavorati, unite all’inflazione, cominciano a presentare il conto alle porte delle nostre aziende e famiglie.

Il dato positivo dell’aumento dell’occupazione (con il tasso di disoccupazione che si abbassa al 7,1%) presenta una doppia faccia: la sostanziale invarianza dei dipendenti ed un boom degli autonomi (+10,8%).

In altre parole l’economia e l’attaccamento al lavoro degli aretini rimangono parametri vitali e stabili, ma l’eccessiva esposizione all’export e alla necessità d’importazione di materiali ci fanno intravedere tutte le debolezze di questa fase.

Da tempo il PD di Arezzo ritiene opportuno elevare a dibattito i temi di politica industriale di distretto e le nostre proposte in questi mesi di crisi energetica e di piani facilmente attuabili (impegno sulle rinnovabili, comunità energetiche piano energetico comunale) sono state rivolte al duplice obiettivo di ridurre i rischi derivanti dalle impennate energetiche e offrire ad Arezzo un vantaggio competitivo. Promuovere e favorire le aziende che inseriranno in busta paga qualche una tantum per affrontare il difficile autunno e mantenere il potere di consumo invariato, anche per il commercio della città. Sostenere questo boom di nuovi autonomi, aiutandoli e rendendo efficaci tutti quei servizi accessori che semplificano la vita e aumentano la loro produttività.

La Crisi climatica e la persistente siccità ci porta alla necessità di rivisitare il reticolo idraulico, troppo sensibile alle variazioni metereologiche e non appare inutile riprendere il filo e le relazioni con gli agricoltori locali, elemento di sicurezza e resilienza di questo territorio.

Il punto centrale è cercare di mettere in sicurezza l’economia aretina di fronte alle incertezze che l’autunno porta. Noi questo tema lo portiamo avanti da tempo, lo faremo anche in campagna elettorale ritenendolo centrale e richiedendo impegno ai nostri rappresentanti, lo faremo in futuro, anche dopo il 25 settembre. Altri, per inefficacia nella gestione cantieri e per scarsa conoscenza del mondo del lavoro, sono francamente molto meno credibili.

Redazione
© Riproduzione riservata
05/08/2022 11:23:10


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