Funerali di Luana D’Orazio, il Vescovo: “Troppi morti sul lavoro, le cose cambino”
In chiesa colleghi e datori di lavoro e tanti amici. C'era anche Monica Guerritore
Lutto regionale in Toscana, bandiere a mezz'asta nei palazzi istituzionali e un minuto di raccoglimento negli uffici pubblici oggi, alle 15, quando il feretro di Luana D'Orazio è entrato nella chiesa del Cristo Risorto Spedalino Asnelli di Agliana, nel Pistoiese, dove sono stati celebrati i funerali. La giovane operaia, di 22 anni, madre di un bimbo di 5 anni, è morta lunedì scorso mentre lavorava in una azienda tessile di Oste di Montemurlo, in provincia di Prato.
Una cerimonia “blindata” che non è stata mandata in onda dalle televisioni, così come chiesto dalla Diocesi di Pistoia, che ha visto la partecipazione del presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani («Ho voluto il lutto regionale: spero che tutti i toscani dedichino a lei il loro pensiero», ha detto), del sindaco di Prato, Matteo Biffoni e del primo cittadino di Montemurlo, Simone Calamai. A celebrarla il vescovo di Pistoia, Fausto Tardelli. La salma, dopo il lancio di palloncini bianchi in cielo, è stata tumulata nel cimitero del paese, a poche centinaia di metri dalla casa della giovane.
Tante lacrime, abbracci e commozione. In chiesa c’erano i genitori della ragazza, i parenti, venuti anche da lontano, gli amici che indossavano una maglietta con la foto della 22enne, oltre ai titolari della ditta e ai colleghi di lavoro dove è avvenuto l'incidente. All'interno della chiesa "Cristo Risorto" di Agliana c’erano un centinaio di persone.
Le parole del Vescovo
«E' una lunga, lunghissima litania quella dei morti sul lavoro. E 'una litania che si allunga ogni giorno senza arrestarsi. Due, tre vittime al giorno. Qualcosa di inaudito. Di inaccettabile. Occorre che le cose cambino» ha detto il Vescovo di Pistoia, monsignor Fausto Tardelli, nell'omelia, puntando il dito contro la piaga degli incidenti sul lavoro.
«Ora siamo qui attorno al corpo straziato di Luana. La sua storia ha commosso l'intero Paese - ha detto Tardelli -. Ma il suo corpo straziato è qui a nome di tutti gli altri corpi straziati ogni giorno sui luoghi di lavoro. Viviamo purtroppo in un mondo in balia delle emozioni che si accendono e si spengono in un attimo; in un mondo che vive sull'onda dell'immediato, condizionato spesso dai mezzi di comunicazione. E tutti siamo subito distratti da mille altre cose che facilmente finiscono per giustificare la nostra inerzia».
«Luana e tutti gli altri, oggi però stanno qui, in piedi davanti a noi - ha aggiunto -: ci guardano, ci osservano e ci chiedono conto: ci dicono che non bastano le emozioni forti, non basta che ci commuoviamo per un momento: occorrono impegno e responsabilità, concretezza, determinazione e scelte coraggiose; occorre che le cose cambino».
L'omaggio di Monica Guerritore
Tra i presenti, come aveva lei stessa anticipato, c’era anche l'attrice Monica Guerritore: la sua presenza è un omaggio al Luana che, per offrire sicurezza e stabilità al figlio, aveva accantonato il suo grande sogno, proprio quello di fare l'attrice. «Ho parlato con la madre di Luana e mi ha detto che il suo sogno era quello di diventare attrice. E aveva anche talento, ho visto dei piccoli filmati che aveva fatto. Luana questo sogno non ha potuto realizzarlo, il mondo che lei avrebbe voluto frequentare le rende ora omaggio. Per questo motivo partecipo all'ultimo saluto che le verrà tributato oggi. La madre mi ha detto che, così, Luana si metterà a ballare dalla gioia. Penso che lei sarà molto contenta di sapere che il mondo dello spettacolo ci sarà».
Commenta per primo.