“Malato di gioco e di sesso per colpa del farmaco anti-Parkinson”
Pfizer deve risarcire un 60enne per oltre 500 mila euro
Sino ai 40 anni non aveva mai toccato nemmeno un Gratta&Vinci. I suoi genitori gestivano una tabaccheria e gli effetti del gioco lui li conosceva bene: ogni giorno vedeva persone confidare nella fortuna, investire denaro e uscire senza più nulla in tasca. Poi nel 1999 gli è stato diagnosticato il Parkinson, dal 2001 al 2005 gli hanno prescritto il «Cabaser» della Pfizer e sono arrivati gli effetti indesiderati: la ludopatia e l'ipersessualità. Effetti noti, ma che all'epoca non comparivano sul bugiardino del medicinale.
La condanna
L'uomo, 60enne del centro Italia, si rivolge agli avvocati dello studio Ambrosio&Commodo di Torino e intenta una causa civile. Sia il Tribunale a marzo 2020 sia la Corte d'Appello di Milano lo scorso venerdi hanno confermato la responsabilità dell'azienda, condannando Pfizer Italia a un risarcimento di oltre 600 mila euro. Qualunque azienda, scrivono i giudici di secondo grado, deve «dimostrare la rigorosa osservanza di tutte le sperimentazioni e i protocolli previsti dalla legge prima della produzione e della commercializzazione del farmaco». E ancora: «Deve dimostrare di avere fornito un'adeguata informazione sui possibili effetti indesiderati dello stesso, aggiornandola - se necessario - in relazione all'evoluzione della ricerca». In questo caso, il bugiardino è stato aggiornato tardi: nel 2007. «I primi sintomi si erano manifestati pochi mesi dopo l'assunzione di Cabaser» ha raccontato l'uomo ai consulenti del Tribunale. «Mangiavo di piu ed ero diventato ipereccittato dal punto di vista sessuale». E poi c'era il gioco, da cui si era sempre tenuto lontano, i casinò online, le scommesse e così via. 1802 le carte di credito usa e getta create in cinque anni per giocare d'azzardo, innumerevoli i movimenti bancari, 100 mila euro il denaro sottratto all'azienda per cui lavorava, oltre 280 mila euro quello consegnato alla “Dea bendata”.
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