“Non basta una data, 116 mila locali senza spazio esterno resteranno chiusi”
Fipe: "Dobbiamo dare una prospettiva a tutti gli imprenditori"
Ci voleva più coraggio. La pensano così i gestori dei locali pubblici. Che poi puntano il dito contro il governo per aver dimenticato quei ristoranti che non potranno aprire perché non hanno uno spazio esterno. E così, la Fipe, la federazione dei publbici esercizi tuona contro la decisione: «Riaprire solo le attività che hanno i tavolini all'esterno, significa prolungare il lockdown per oltre 116mila pubblici esercizi. Il 46,6% dei bar e dei ristoranti della penisola non è dotato di spazi all'aperto e questa percentuale si impenna se pensiamo ai centri storici delle città nei quali vigono regole molto stringenti. Se questo è il momento del coraggio, che lo sia davvero. I sindaci mettano a disposizione spazi extra per le attività economiche che devono poter apparecchiare in strada ed evitare così di subire, oltre al danno del lockdown, la beffa di vedere i clienti seduti nei locali vicini».
«La data da sola non basta - conclude la Federazione - dobbiamo dare una prospettiva a tutti gli imprenditori. Bisogna lavorare da subito a un protocollo di sicurezza sanitaria stringente, che consenta la riapertura anche dei locali al chiuso e bisogna darci un cronoprogramma preciso, a partire dal 26 aprile. Non c'è più tempo da perdere. Nelle prossime ore chiederemo ad Anci, l'Associazione nazionale dei Comuni, di collaborare con noi per spingere i sindaci a concedere il maggior numero di spazi esterni extra, in via del tutto eccezionale e provvisoria, agli esercizi che in questo momento ne sono sprovvisti. Sarebbe un bel segnale di unità e di voglia di uscire dal pantano tutti insieme».
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