I 18 anni di Greta Thunberg, la coscienza ambientalista della Terra
"La pandemia ci ha insegnato che non possiamo fare a meno della scienza"
Diciott’anni oggi. La ragazza simbolo della lotta ai cambiamenti climatici è diventata maggiorenne. Nell’agosto 2018 fa era una ragazzina che scioperava davanti alla sua scuola, in Svezia, con un cartello scritto a mano, non sapendo che stava dando inizio a uno dei più incredibili movimenti di opinione. Una lotta capace di coinvolgere i giovani di ogni parte del mondo. Che hanno capito il suo insegnamento: il futuro è loro, ma i governanti glielo stanno rubando con politiche ambientali miopi. Greta Thunberg, un nome che è diventato un brand mondiale come il Fridays for Future, germinato dalle sue battaglie e capace di animare le piazze e i ragazzi del pianeta. Almeno fino alla pandemia, che ha messo in archivio le manifestazioni, ma non l’impegno. Da adolescente ad adulta, non cambia la sostanza della sua lotta, come ha detto in un’intervista pubblicata oggi dal Sunday Times, perché questo è il suo momento, e lo sa bene: «La mia fama non durerà per sempre, perciò sto cercando di usare l’attenzione che ricevo dai media per ottenere tutto quello che è possibile nel più breve tempo possibile». Amata ma anche odiata, lei non ha mai fatto una piega. Testa all’obiettivo e pazienza se non piace a tutti. Seguitissima sui social, ascoltata dai potenti, invitata a parlare al Parlamento europeo così come all’Onu o a Davos, non ha mai avuto paura di puntare il dito sul pubblico che aveva di fronte. Pur dicendo di sè: «Non sono la bambina arrabbiata che urla davanti ai leader mondiali, non sono come alcuni media mi rappresentano. Sono una ragazza timida, studiosa, una nerd che ha a cuore il presente e il futuro del Pianeta e dunque anche il mio». Nell’intervista odierna ha ricordato il dovere di dare lei l’esempio per prima: «Non dico agli altri quello che dovrebbero fare, ma c’è il rischio che, quando ti batti per una causa e non pratichi quello che predichi, le tue parole non verranno prese seriamente».
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