Resta in carcere il finanziere arrestato per corruzione

Per il giudice esiste il pericolo di inquinare le prove
Il giudice per le indagini preliminari, Lidia Brutti ha rigettato la richiesta di revoca della misura cautelare in cella o, in alternativa degli arresti domiciliari, per l’ispettore del Nucleo di polizia economico finanziaria del comando provinciale di Perugia, Savino Strippoli. Lo stesso gip ha invece accolto la stessa richiesta presentata al termine dell’interrogatorio di garanzia nell’interesse dell’imprenditore, Alvano Bacchi per cui i domiciliari sono stati revocati alla vigilia di Natale. Nessuna concessione invece nei confronti di Giovanni Sandomenico, l’altro imprenditore finito anche lui ai domiciliari insieme a Bacchi sempre per l’accusa di corruzione in concorso col finanziere Strippoli. Secondo quanto emerso, Bacchi, accusato dal Procuratore aggiunto di Perugia, Giuseppe Petrazzini, di aver provveduto al pagamento di alcune fatture per i lavori eseguiti nella piscina di proprietà del finanziere nella sua abitazione di San Mariano di Corciano, assistito dagli avvocati, Francesco Pugliese e Ilario Taddei, ha scelto la strada della - pressoché - completa confessione davanti al gip e al magistrato in sede di interrogatorio di garanzia. Per lui dunque sono cadute le esigenze cautelari ed è tornato in libertà. Anche Sandomenico ha risposto alle domande di gip e pm, ma il risultato non è stato lo stesso. Per Strippoli infine il giudice ha ravvisato ancora la sussistenza del pericolo di inquinamento probatorio, nonostante la sospensione dal servizio contestuale all’esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare, di lì la mancata revisione della misura. Il suo avvocato, Roberto Bianchi, non appena appreso della decisione del gip ha depositato ricorso per la scarcerazione al Tribunale del Riesame. L’udienza verrà fissata nei prossimi giorni. Il finanziere era stato arrestato il 18 dicembre scorso al termine di un’inchiesta partita di iniziativa all’interno dello stesso Nucleo di polizia economico finanziaria del comando provinciale di Perugia guidato dal colonnello, Danilo Massimo Cardone. I militari hanno scoperto che, in cambio di utilità, regalie e mazzette, l’ispettore si è mosso per aiutare gli imprenditori coinvolti, per evitare loro controlli fiscali, o per ridimensionarli. Tra le contestazioni c’è quella del pagamento dei lavori nella sua piscina che ha causato le iscrizioni nel registro degli indagati per corruzione. Nell’inchiesta c’è anche un’altra accusa di corruzione che coinvolge Strippoli e un altro imprenditore. Il finanziere è poi accusato di falso, accesso abusivo ai sistemi informatici. Nel mirino della Procura ci sono anche altre persone e l’inchiesta, in cui c’è anche un esposto anonimo, non è destinata ad essere chiusa presto.
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