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Spiritiere e arriccia capelli nella storia del parrucchiere Vincenzo Vescovi

Per 53 anni ha svolto la professione di parrucchiere a Città di Castello

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Gli arnesi del mestiere che diventano nel tempo una pregiata collezione. Quasi unica in tutta Italia: dagli archivi ne risulta una simile solamente in Sicilia. È quella di Vincenzo Vescovi di Città di Castello, 90 primavere già alle spalle, che di fatto detiene una collezione speciale perfettamente attinente a quella che per 53 anni è stata la sua professione. È stato uno dei più affermati e conosciuti parrucchieri tifernati con saloni prima nella centralissima piazza Fanti e poi nel quartiere La Tina prima di appendere le forbici al chiodo il 17 gennaio 2001 dopo mezzo secolo di attività. Quello che è rimasto, insieme ad un enorme bagaglio di conoscenze, è stata una splendida collezione di ferri per i capelli. Tutti quegli strumenti che un tempo venivano utilizzati per modellare i capelli, del gentil sesso in particolare: oltre 600 pezzi tutti catalogati e custoditi gelosamente, i quali provengono da ogni parte del mondo poiché le tecniche di utilizzo erano davvero variegate.

LA VITA DA PARRUCCHIERE

“Se Vincenzo è il mio nome all’anagrafe, in salone per tutti ero Enzo. Nella mia vita professionale la figura dello Zio Renato, più grande di me di 18 anni, è entrata in maniera molto diretta. La professione di parrucchiere, prima della fine della seconda guerra mondiale, non era frequente nelle zone di campagna o dei piccoli centri urbani. Erano poche, infatti, le donne che si rivolgevano sistematicamente a tale servizio. Tutto cambia negli anni ’50 e ’60 che coincidono con la grande crescita economica del Paese. Lo zio, quindi, mi ha aiutato ad entrare in questa professione al momento giusto e di avermi fatto seguire un percorso formativo di tutto rispetto. Nell’ottobre del 1948 ho iniziato a lavorare nel negozio Azzurro di Perugia gestito da Walter Giorgelli; oltre a lavorare, la mia famiglia doveva pagare anche una quota forfettaria di 20.000 lire poiché oltre ad essere un laboratorio di parrucchiere per signora era anche una specie di scuola professionale. In realtà, però, la mia vera e prima esperienza professionale l’ho fatta nel negozio di Lorenzo, altro noto parrucchiere perugino. Nell’ottobre del 1952, con l’aiuto di un rappresentante dei prodotti l’Oréal che lo zio Renato conosceva, mi sono iscritto all’Accademia per acconciatura femminile di Roma, gestita direttamente dalla prestigiosa ditta di cosmetici, dove sono rimasto per circa tre mesi, compreso il Natale di quell’anno. Insomma, a Perugia avevo imparato il mestiere, mentre a Roma ho avuto modo di completare e affinare le tecniche allora in uso. Avevo acquisito una certa padronanza nel mestiere, seppure mi mancava la capacità gestionale del negozio perché fino a quel momento avevo lavorato sempre alle dipendenze. L’idea di mettermi in proprio è venuta dopo l’esperienza romana, agli inizi del ’53. Ho scelto Città di Castello, nonostante io allora abitassi a Umbertide, perché la ritenevo una piazza adatta alle mie esigenze. Un inizio senza non poche difficoltà, ma da quel momento in poi è stato un crescendo tantoché nel tempo ho avuto modo di partecipare ai più importanti eventi di moda al mondo dove ho pettinato le teste di attori e personaggi del piccolo e grande schermo; al tempo stesso, in questi anni, ho ricevuto anche tanti riconoscimenti e apprezzamenti di stima. Attività che nel 2001 ho lasciato ai miei collaboratori, seppure già avevano delle quote”.

LA COLLEZIONE DI FERRI ARRICCIA CAPELLI

“Collezionare oggetti fa parte degli hobby che ho più praticato durante tutta la vita ed è una attività che ha sempre esercitato su di me un grande fascino. Tra le varie cose che ho cercato di raccogliere e catalogare ci sono anche le attrezzature antiche e più recenti destinate alla acconciatura femminile. Questa collezione ha messo insieme due mie esigenze: una innata curiosità per quanto riguarda la professione di parrucchiere per signora e l’interesse per la raccolta di strumenti utilizzati lungo i secoli. In decenni di ricerca nei mercatini dell’antiquariato ho messo insieme oltre 600 pezzi che sono stati nel tempo oggetto di mostre e di alcune apparizioni televisive”. Ma da dove nasce la voglia di questa particolare collezione? “È chiaro che il richiamo forte è quello del mio percorso professionale come parrucchiere. La scintilla si è innescata nel dicembre 1953: il mio negozio era già in piazza Fanti a Città di Castello e in quel periodo venivano organizzate le ‘Vetrine di Natale’; chiesi quindi aiuto all’amica, ma anche cliente, Eliana Pirazzoli che per l’occasione mi prestò alcuni pezzi che lei conservava a casa. Terminata la parentesi natalizia, esattamente nel momento in cui dovevo riconsegnare gli oggetti, mi disse che me li avrebbe lasciati con molto piacere. Da quel momento, quindi, è iniziata la mia ricerca di oggetti quasi unici nei vari mercatini dell’antiquariato di tutta Italia seppure, negli ultimi anni, si trovano sempre più con maggiore difficoltà. Oggi posso dire di avere un piccolo museo che conservo in maniera gelosa. Una serie pregevolissima di ferri per acconciatura, di vecchi strumenti per arricciare i capelli che vanno dal 1700 fino a quelli più complessi della ondulazione Marcel degli anni ’30, per giungere agli ultimi ‘a caldo’ predecessori degli ‘aggeggi’ – così li definisco – con cui ora si fanno le permanenti. Sono tutti catalogati, sistemati in quadri secondo una precisa cronologia: sotto ho messo anche delle belle testine femminile con parrucche acconciate come all’epoca con cui si riferiscono i ferri. Una parte importante della collezione sono poi le spiritiere, ovvero quei fornelletti sui quali si scaldavano i ferri: alcuni sono addirittura cesellati e con decorazioni in metalli preziosi, appartenevano ai completi da viaggio per la toilette delle fortunate viaggiatrici dell’Orient Express. Effettivamente la paziente raccolta di antichi ferri del mestiere, mi ha aiutato a capire quanto antica e quanto nobile sia questa arte; un’arte minore, senza dubbio, ma non per questo priva di valore e di fascino. È una collezione davvero variegata che si spalma anche in epoche differenti: si va dai ferri per arricciare i capelli con manici a forbice, per passare a quelli a molla; ci sono quelli utilizzati per ondulare i capelli oppure i kit da viaggio. Spiritiere per molti, ma si arriva nella parte finale anche a quelli elettrici oppure a batteria. Un vero e proprio viaggio nel mondo e nella storia del ‘coiffeur pour dames’; termine francese per indicare il parrucchiere per signore”.

Redazione
© Riproduzione riservata
15/04/2024 09:44:12


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