Frode dell’Iva per 260 milioni nella Grande distribuzione organizzata
La Procura di Milano recupera 123 milioni
Circa la metà di una presunta evasione dell’Iva per 260 milioni di euro è stata recuperata dalla Procura di Milano. Nelle casse dell’Erario sono rientrati circa 123 milioni di euro, di cui oltre 64,2 milioni versati da Margherita distribuzione (ex Auchan) e altri 53,8 milioni da Supermercati Gs (ora Carrefour Italia). L’inchiesta del pm Nicola Rossato condotta dal nucleo di polizia economico-finanziaria della GdF di Milano aveva portato lo scorso settembre all’esecuzione di 13 misure cautelari nei confronti di altrettante persone, indagate per i reati di associazione a delinquere e frode fiscale, e al sequestro preventivo disposto dal gip Roberto Crepaldi della somma relativa alla contestata imposta sul valore aggiunto evasa attraverso un giro di false fatture per 1,8 miliardi di euro.
Per gli inquirenti attraverso una rete di società italiane ed estere gli indagati, oltre una quarantina, avrebbero sistematicamente effettuato l'acquisto della merce destinata alle catene della grande distribuzione senza l'applicazione dell'Iva, sia attraverso la presentazione a fornitori italiani di lettere di intento mendaci, sia mediante il compimento di operazioni intracomunitarie non imponibili da parte di società cartiere interposte all'interno del ciclo di fatturazione della merce.
Nei giorni scorsi a 34 indagati e 7 società ai sensi della legge sulla responsabilità amministrativa degli enti, è stato notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari. A loro si aggiungono le otto persone, già finite agli arresti domiciliari, per le quali il gip Crepaldi, tre mesi fa, ha disposto il processo con rito immediato. Di questi in sette hanno scelto il giudizio abbreviato e uno il patteggiamento. L’udienza preliminare si aprirà il 12 aprile davanti a un altro giudice.
Sulla stessa linea di Margherita distribuzione e Supermercati Gs, altre società coinvolte dagli accertamenti delle Fiamme gialle, «si sono rivolte - comunica in nota il procuratore Marcello Viola - agli uffici dell’Agenzia delle Entrate al fine di definire le proprie posizioni debitorie o stanno effettuando pagamenti rateali autorizzati da questo al fine del raggiungimento di quanto dovuto».
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